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 2015  febbraio 06 Venerdì calendario

Questo straordinario personaggio che gira per le corti europee, l’altro giorno anche a Roma, poi è passato per Londra, ieri era da Schäuble a Berlino, questo cranio pelato che incontra i papaveri del mondo con la camicia colorata di fuori, va alle riunioni mondiali in motocicletta, sempre senza cravatta, lo vedremo prima o poi mezzo nudo su qualche rivista, questo personaggio, voglio dire, piuttosto irresistibile in termini mediatici, e simpatico e nelle interviste perfino convincente, dobbiamo però resistere all’istinto che ci indurrebbe a dargli senz’altro ragione, perché invece potrebbe avere torto e finire anche male, lui, il suo Paese e il suo dante causa…• Stiamo parlando del greco, come si chiama…? Varoufakis

Questo straordinario personaggio che gira per le corti europee, l’altro giorno anche a Roma, poi è passato per Londra, ieri era da Schäuble a Berlino, questo cranio pelato che incontra i papaveri del mondo con la camicia colorata di fuori, va alle riunioni mondiali in motocicletta, sempre senza cravatta, lo vedremo prima o poi mezzo nudo su qualche rivista, questo personaggio, voglio dire, piuttosto irresistibile in termini mediatici, e simpatico e nelle interviste perfino convincente, dobbiamo però resistere all’istinto che ci indurrebbe a dargli senz’altro ragione, perché invece potrebbe avere torto e finire anche male, lui, il suo Paese e il suo dante causa…

• Stiamo parlando del greco, come si chiama…? Varoufakis. È il ministro delle Finanze greco, cioè il ministro di Tsipras. Insegnava Economia in Texas, ha mollato ed è tornato ad Atene. In ogni discorso demolisce il sistema Europa, dimostra che la moneta unica è stata concepita male, chiede quindi di dar retta al nuovo corso greco, che significa più o meno: ridiscutiamo tutto. Formidabile, e guardano a lui con interesse tutti gli euroscettici, sia a sinistra sia a destra. E però c’è un piccolo particolare: Varoufakis, e dietro di lui Tsipras e il partito Syriza, dicono quello che dicono essendo pesantemente parte in causa, devono restituire un mucchio di soldi che gli sono stati prestati e hanno dunque una buona ragione per argomentare come argomentano, perché al fondo di questo argomentare così filosofico, c’è una realtà tipica: stanno cercando di non pagare. 


• Quanti soldi sono? 

Non è solo un problema di soldi (taglio del debito, taglio degli interessi), quanto un problema di assetto, cioè di politica economica generale. I soldi (340 miliardi) gli sono stati prestati a patto che in Grecia si facessero certe cose, taglio della spesa pubblica, quindi delle pensioni, licenziamenti, fine degli sprechi eccetera. Ed è stato deciso di prestargli i denari a rate, affidando ai rappresentanti di Fmi, Ue e Bce (la Troika) il compito di controllare che venisse fatto quanto stabilito. E però in questo modo il Pil s’è ridotto del 25% e se i conti della macroeconomia sono nettamente migliorati, quelli della microeconomia – cioè quelli che riguardano la vita di tutti i giorni delle famiglie – vanno ancora male. Syriza ha perciò vinto le elezioni facendo propaganda a una sola parola: «Basta!». Dopo aver cacciato la Troika, i due, per esempio, hanno deciso la riassunzione delle donne delle pulizie nei ministeri, prevedono di rialzare il salario minimo di quasi 200 euro, annunciano che i soldi per fare questo e altro ancora verranno presi dal fondo di garanzia delle banche (11 miliardi), le quali a questo punto non saranno più in grado di rimborsare i clienti se falliscono, e le garanzie gli vengono a mancare proprio nel momento in cui i clienti ritirano i soldi dai conti correnti, si parla di quattro miliardi (su 163 di depositi) spariti solo a dicembre, altri 11 a gennaio…

• Mi sta dicendo che il Paese corre verso la bancarotta proclamata?
Varoufakis ha detto che la Grecia è già fallita nel 2010. «Dunque, in queste condizioni, non c’è da ricavarne niente». Invece se gli si taglia il debito, se gli si tagliano gli interessi, se gli si prestano altri soldi, allora i corrotti saranno messi in galera, gli evasori acciuffati, l’economia si riprenderà e a maggio si potrà elaborare un nuovo piano, con nuovi bond il cui rendimento sia legato al Pil e con altri bond senza scadenza, cioè si pagano gli interessi sul prestito per sempre ma il capitale non si rimborsa mai, un sistema tipico delle rendite di fine Ottocento, con cui le monarchie dell’epoca finanziavano soprattutto le loro guerre. I due speravano che, con la minaccia di mandare tutto all’aria, l’Europa avrebbe ceduto.

• Invece?
Invece Draghi mercoledì sera gli ha detto di no: in queste condizioni, non volendo la Grecia rispettare gli impegni assunti, la Bce non presterà più soldi ad Atene a partire dall’11 febbraio. Stesso discorso da parte del Fondo Monetario ieri. Idem Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco che ha ricevuto Varoufakis ieri: abbiamo la volontà di risolvere i problemi e di concordare qualcosa, ma della Troika non si può fare a meno. La difesa della Troika è così decisa che la Merkel s’è rifiutata di incontrare Tsipras. Cioè da quest’altra parte, per ora, linea durissima. E, timidamente, non hanno sollevato obiezioni neanche Hollande e Renzi.

• Come faranno?
Dicono che non c’è problema e che non hanno bisogno della tranche da 7 miliardi di prestito che gli sarebbe toccata a fine mese. Tutti però sanno che non è vero e che con la liquidità che hanno in cassa sarà un miracolo se arrivano a giugno. Però li corteggiano i russi, che sembrano intenzionati, nonostante neanche le loro casse siano così piene, a lavorare per dividere la Grecia dall’Europa, magari a suon di bigliettoni. Putin ha invitato Tsipras a Mosca. Si aprono altri scenari…