il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2015
La Bmw della Gelmini e le tre multe cancellate. I ricorsi sono stati scritti su una carta intestata del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con uno strano doppio apostrofo prima della parola “Università”
La Bmw lanciata in tangenziale a 145 km/h in un tratto di strada in cui il limite è 90. L’amico idraulico, che le faceva da autista, nominato agente di pubblica sicurezza. E i ricorsi per far annullare le multe, inviati alla Prefettura di Brescia su una singolare carta intestata del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con un doppio apostrofo prima della parola “Università”.
L’AUTO BLU dell’onorevole Mariastella Gelmini, allora ministro dell’Istruzione del governo Berlusconi IV e oggi coordinatrice lombarda di Forza Italia, nel 2011 è finita più volte nel mirino degli autovelox della Tangenziale Sud di Brescia mentre superava abbondantemente i limiti di velocità. Ma le contravvenzioni, che ammontavano ad alcune migliaia di euro – e in alcuni casi avrebbero comportato il ritiro della patente – sono state tutte archiviate dalla Prefettura perché la violazione sarebbe stata “commessa nell’adempimento del dovere”. Alla guida della berlina della Gelmini – si legge nei ricorsi inoltrati da una presunta “segreteria” del Miur – non ci sarebbe stata la parlamentare bresciana ma Ugo Fornasari, un idraulico bresciano nominato il 3 aprile 2008 su richiesta di Mariastella Gelmini “agente di pubblica sicurezza”, grazie a una legge voluta qualche anno prima da Silvio Berlusconi. Ma la carta intestata del Miur non sembra corrispondere ad alcuna intestazione ufficiale mai adottata dal Miur. Nei documenti di cui Il Fatto è in possesso, dove un’imprecisata “segreteria” del dicastero di viale Trastevere chiede l’annullamento delle multe della Gelmini del 16 giugno, 12 luglio e 18 luglio 2011, si notano incredibilmente, oltre al carattere poco probabile usato per l’intestazione del Ministero, due apostrofi prima della parola “Università”.
Il fax, senza numero di protocollo e con una indicazione generica “La Segreteria” riportata in calce, non è stato nemmeno trasmesso dal ministero di viale Trastevere ma dalla sede della Fondazione Liberamente, “think tank” e serbatoio di voti interno al Pdl di stretta osservanza berlusconiana, fondato nel 2010 da Mariastella Gelmini. L’autista amico della Gelmini di recente è finito al centro dello scandalo per i rimborsi facili della Regione Lombardia in cui è indagato, tra gli altri, l’ex capogruppo regionale del Pdl Paolo Valentini.
I PM DI MILANO Alfredo Robledo, Antonio D’Alessio e Paolo Filippini hanno sentito Fornasari come persona informata sui fatti in relazione a una consulenza da 3700 euro al mese ottenuta dal Pirellone da gennaio a giugno 2008, per un totale di 22mila 200 euro.
Un contratto finalizzato, secondo i pm di Milano, “a soddisfare scopi diversi ed estranei al contenuto dichiarato in atti”. Di fronte ai finanzieri Fornasari non ha saputo chiarire con precisione l’oggetto della consulenza: “Ho firmato senza conoscere il contenuto. Ribadisco che la mia attività prevalente era quella di autista della Gelmini”.