Corriere della Sera, 6 febbraio 2015
Esiste ancora un’America profonda che legge giornali del posto e guarda programmi televisivi in cui la maggiore parte dello spazio è dedicata ad avvenimenti locali o strettamente americani. Si occupa distrattamente di ciò che accade nel mondo perché è profondamente convinta che il suo Paese sia caro al Signore e basti a se stesso
Sul Corriere del 2 febbraio una liceale italiana che attualmente studia vicino a New York, afferma di avere sentito nominare il tragico evento parigino solo una volta e che né la famiglia in cui vive, né i suoi professori sono a conoscenza di Expo 2015. La ragazza aggiunge anche che negli Usa la popolazione vive come se stesse su un altro pianeta. Ho trovato l’intervento interessante e ben scritto, ma le chiedo: le cose stanno effettivamente così? Maria TraversoMilano
Cara signora Traverso, Lindenhurst, dove Laura Pogliani sta passando un anno scolastico, è una cittadina di 27.000 abitanti nella contea di Suffolk, vicino alla costa meridionale di Long Island. Il dato più interessante è il suo profilo urbanistico. Gli abitanti che vivono in un condominio sono il 15,1% della popolazione. Gli altri vivono in case, generalmente a due piani, di cui sono proprietari. Verosimilmente è un luogo prospero, piuttosto tranquillo e conservatore, simile a centinaia di migliaia di cittadine e villaggi sparsi sull’intero territorio degli Stati Uniti. Se Laura avesse fatto la sua esperienza americana in una high school di New York, Boston, Chicago o San Francisco, avrebbe scoperto un Paese alquanto diverso, molto più attento agli avvenimenti mondiali e spesso al corrente di ciò che accade in Europa. Ma le impressioni di Laura Pogliani non sono infondate. Esiste un’America profonda che legge giornali del posto e guarda programmi televisivi in cui la maggiore parte dello spazio è dedicata ad avvenimenti locali o strettamente americani. Si occupa distrattamente di ciò che accade nel mondo perché è profondamente convinta che il suo Paese sia caro al Signore e basti a se stesso. E quando è costretta ad occuparsene perché ritiene che la sua sicurezza sia minacciata (i missili sovietici durante la Guerra fredda, l’attacco alle Torri gemelle nel settembre del 2001), lo fa sulla base di rappresentazioni alquanto schematiche e manichee in cui l’America è il Bene e il Giusto. Questa mentalità spiega al tempo stesso l’isolazionismo americano e il rifiuto di alleanze o coalizioni di cui gli Stati Uniti non siano la guida. A breve distanza da Lindenhurst vi è New York, brulicante di idee, geniale, trasgressiva, impaziente e instancabile. Ma gli abitanti della piccola città in cui Laura sta studiando sono quelli a cui i candidati del Congresso si rivolgono per essere eletti e di cui è impossibile, per chi desidera il potere, ignorare le idee e i sentimenti. Per molti aspetti, cara Signora, la vera politica americana (con una importante eccezione: la finanza) si fa a Lindenhurst, non a New York.