Corriere della Sera, 6 febbraio 2015
Il riesplodere del morbillo negli Stati Uniti evidenzia il problema degli «obiettori» che rifiutano di vaccinare i figli. Un’assurdo rifiuto della scienza che accomuna conservatori integralisti dei Tea Party e progressisti seguaci della cultura New Age, radicali della destra libertaria e liberal nostalgici dei figli dei fiori
Cosa hanno in comune un conservatore integralista dei Tea Party e un progressista seguace della cultura New Age? Un radicale della destra libertaria e un liberal nostalgico dei figli dei fiori? Quasi nulla. Salvo l’ostilità per l’autorità dei governi e una profonda diffidenza per la scienza. Ma i 103 casi di morbillo denunciati a gennaio, che fanno tremare l’America e minacciano di compromettere un risultato che sembrava assodato per sempre come la scomparsa di molte malattie infettive, sono il frutto della strana e inconsapevole alleanza di queste due frange della società americana.
Quello degli «obiettori» che rifiutano di vaccinare i figli è un problema anche in Europa e in Italia. Ma negli Stati Uniti, che pure sono il Paese del progresso scientifico per antonomasia, fabbrica inarrestabile di premi Nobel e di cure mediche avanzatissime, il fenomeno è ormai enorme: nei sondaggi più di un quarto dei cittadini dichiara di rifiutarsi di vaccinare i figli. Conseguenza proprio della fusione di due correnti ideologiche estreme che, su questa materia, vengono alimentate e si estendono a macchia d’olio grazie al successo delle teorie cospirative, alla disinformazione e anche allo sciagurato calcolo politico di alcuni esponenti repubblicani (Rand Paul e Chris Christie) che, esprimendosi a favore della libertà di scelta delle famiglie e seminando dubbi su questioni scientifiche ormai risolte, hanno offerto alibi agli obiettori.
Nessuno, ovviamente, vuole vivere sotto la cappa di un regime autoritario che obbliga tutti a vaccinarsi contro tutto. E la profilassi non sempre funziona: il vaccino antinfluenzale quest’anno in America non ha funzionato per una mutazione genetica del virus. Ma riaprire le porte di un Paese ormai immune a una malattia che uccide 150 mila persone ogni anno in tutto il mondo è da criminali. E tuttavia in America, dove la libertà di espressione è assoluta, una ex coniglietta di Playboy, Jenny McCarthy, può diventare una star televisiva del movimento antivaccini ipotizzando collegamenti tra immunoprofilassi e autismo, anche se l’infondatezza di questa ipotesi, affacciata da una rivista scientifica molti anni fa, è stata provata in modo incontrovertibile.
Servono esami di coscienza tanto a destra (il Wall Street Journal chiede ai conservatori di non travolgere la verità scientifica nella loro furia antigovernativa) quanto a sinistra: solo ora il governatore Jerry Brown si muove per limitare le esenzioni dai vaccini previste dalle leggi della California.