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 2015  febbraio 06 Venerdì calendario

Eterologa senza donatrici, una situazione di caos che sta portando i manager della provetta stranieri a farsi largo in Italia. A Milano l’ambulatorio di un istituto di Barcellona: «Figli in provetta senza dover più affrontare i viaggi»

 I manager della provetta stranieri iniziano a farsi largo in Italia dove – a dieci mesi dalla sentenza della Corte Costituzionale – la fecondazione eterologa non decolla. Il problema è l’assenza di donatrici. Un ostacolo che le nostre istituzioni non hanno risolto. Questioni etiche. Per trovare donne disposte a donare i propri ovuli (sottoponendosi a pesanti trattamenti ormonali e a un intervento chirurgico per il prelievo), bisognerebbe riconoscere un premio di solidarietà. Un rimborso in denaro che copra almeno le giornate perse. Ma la soluzione è contestata da chi teme di creare, in questo modo, lo sfruttamento delle donne in difficoltà economiche. È una situazione di caos che favorisce le cliniche estere, pronte ad allargare il business in Italia. A Milano, in pieno centro, ha appena aperto un ambulatorio spagnolo. È l’Institut Marquès di via Pallavicino, costola dell’omologa clinica di Barcellona, alla quale si rivolgono duemila coppie italiane all’anno. L’istituto offre un programma chiamato «Just for transfer», che prevede lo svolgimento a Milano delle visite mediche, delle ecografie di controllo e soprattutto del congelamento del campione di seme che viene spedito al laboratorio di Barcellona, dove sarà poi fecondato con gli ovociti donati dalle spagnole. Così le pazienti dovranno recarsi a Barcellona, solo per poche ore, per il trasferimento degli embrioni. Il costo? L’Institut Marquès, contattato dal Corriere, non ha risposto alla domanda, ma verosimilmente la cifra si aggira tra i duemila e i tremila euro, in linea con i prezzi di mercato della fecondazione eterologa fuori dagli ospedali pubblici. «Considera che se esegui il trattamento nella nostra clinica di Milano puoi viaggiare e tornare da Barcellona il giorno del transfer e non c’è bisogno di passare la notte in un hotel – si legge sul sito internet —. Secondo i nostri ultimi studi, il riposo dopo il transfer non è necessario né aumenta le possibilità di gravidanza. Per questo, puoi volare al mattino da Milano o qualunque altra città e tornare comodamente a casa la sera, con voli diretti a meno di 100 euro». Secondo i dati della Società europea di riproduzione la Spagna è il Paese nel quale si realizzano più donazioni, fatte soprattutto da studentesse per pagarsi l’università. «È un atto di solidarietà. Ma è permesso un compenso economico, per coprire le spese di mobilità, assenza dal lavoro, eccetera – si legge sempre online —. Noi riconosciamo 900 euro. Le donatrici di ovuli si assegnano in base anche alle caratteristiche fisiche della coppia ricevente». Con la sentenza del 9 aprile 2014 la Corte costituzionale ha fatto cadere il divieto di eterologa anche per limitare i viaggi della speranza all’estero, con l’obiettivo di evitare la discriminazione tra chi può economicamente permetterseli e chi no. I viaggi, in effetti, non servono più (o quasi). Ma, forse, il risultato che la Consulta si augurava non era esattamente quello di oggi.