la Repubblica, 6 febbraio 2015
La Germania dice no a Tsipras: «Tratti con la Troika». Ma il premier greco non ci sta: «Niente ricatti». E Renzi appoggia la linea della Bce: «Bene lo stop». E Alexis va da Putin
«La decisione della Banca centrale europea sulla Grecia è legittima e opportuna». La frase di Matteo Renzi, pronunciata proprio mentre qui a Berlino si svolgeva il vertice-braccio di ferro tra i ministri delle Finanze ellenico e tedesco, Varoufakis e Schaeuble, ha chiarito i rapporti di forza nell’eurozona: Italia e Francia pur non sposando il rigore tedesco, non lasciano sola Angela Merkel nella difesa di regole uguali per tutti. E Schaeuble ha ricordato all’ospite greco che «le riforme e il risanamento restano indispensabili, e alcune decisioni del nuovo governo ateniese non vanno nella direzione giusta». Atene e i big dell’eurozona insomma concordano nel dissenso sulla linea greca. E anche l’Fmi fa sapere che l’accordo sul debito e sul programma «non cambia». Insomma, contro le richieste di Atene di rinegoziare debito e programma, si sta alzando un muro compatto di no. Tanto che il premier Tsipras ha accettato l’invito di Putin a volare a Mosca per il 9 maggio. «Dai partner – ha detto il premier greco – pretendiamo rispetto, non ricattiamo nessuno, nessuno ci ricatti. Vogliamo un nuovo accordo con i creditori. Quanto alla Troika, è completamente finita».
Per ora il braccio di ferro pesa solo in parte i mercati, dove soltanto Atene subisce forti perdite (meno 3,4%). Ma il clima resta molto teso. La Bce, come si ricorda, l’altro ieri sera ha deciso di escludere i titoli sovrani ellenici dal ruolo di garanzie per il rifinanziamento di istituti bancari della penisola. A questo punto resta solo il programma di emergenza (Ela) e il board di Francoforte ha autorizzato ieri la banca centrale greca a concedere fondi per 60 miliardi alle banche elleniche. Atene appare insomma sempre più in difficoltà. Ieri, dopo l’incontro, Schaeuble ha detto che «le riforme in Grecia restano una necessità inevitabile, e alcune scelte non vanno nella direzione giusta». «Atene non può scaricare i suoi problemi sulle spalle altrui e deve tornare a riconoscere la Troika come interlocutore». «Quello che noi chiediamo – gli ha risposto Vaoufakis – è di arrivare a una sintesi. Ci dovrebbe essere un programma-ponte da adesso alla fine di maggio per poi fare un nuovo contratto con Bce, Ue e Fmi». E a Schaeuble ha ricordato che «la Grecia ha bisogno della Germania, che si è trovata nel passato nella sua stessa situazione, cioè umiliata dagli altri Paesi e in una pesante depressione, quella che il secolo scorso ha portato all’ascesa del nazismo. Il terzo partito del Parlamento greco è il partito nazista», ha ricordato Varoufakis, facendo riferimento ad Alba Dorata.