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 2015  febbraio 05 Giovedì calendario

A Vicenza un commando armato assale una gioielleria: il benzinaio uccide un bandito per salvare la commessa. Indagato per eccesso di legittima difesa, ma acclamato dai concittadini: «Per noi è un eroe»

A Nanto c’è Ulisse che fa il sindaco, c’è don Diego che fa il parroco e, da ieri, fra i paesani più popolari c’è anche lui: Graziano Stacchio, professione benzinaio, una vita dedicata al suo distributore, alla famiglia e a quel fucile da caccia con il quale ama girare fra i boschi cercando caprioli. Martedì sera l’ha imbracciato per spaventare cinque rapinatori che stavano assaltando la vicina gioielleria Zancan armati di mazze e kalashnikov. Stacchio ha sparato alle gambe di uno di loro e l’altro, un giostraio di 41 anni, è fuggito. L’hanno trovato morto dissanguato duecento metri più in là, a bordo della sua macchina.
Per la Procura di Vicenza è doveroso indagare il sessantacinquenne benzinaio vicentino, una moglie e due figli, con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Per la gente del posto è inconcepibile. «Siamo tutti con te». «Hai fatto la cosa giusta». «Eroe». Una gara di solidarietà culminata con una raccolta di firme e la solenne promessa di Joe Formaggio, il sindaco di Albettone noto per dormire con il fucile accanto al letto: «Faccio le t-shirt e ci scrivo “Io sto con Stacchio”».
Domanda: cosa pensa il benzinaio di tutto questo? «Un uomo che uccide un altro uomo non possa essere considerato un eroe… non volevo uccidere», dice guardando l’asfalto. Siamo nel Vicentino ai piedi dei colli Berici. Stacchio ha già ripreso a lavorare in questa area di servizio che gestisce da cinquant’anni e che martedì sera è diventata un Far West.
«Sono scesi da due macchine verso le sette di sera con i passamontagna – racconta —. Erano armati e hanno iniziato a picchiare sulla porta della gioielleria come barbari. Le macchine suonavano i clacson “è una rapina”, dicevano ma nessuno poteva fare nulla e ai banditi non importava: spaccavano tutto. Io a pensato a Genny, la commessa del gioielliere, che è per me come una figlia. Ho detto: starà morendo di paura. Allora sono intervenuto e ho urlato “andate via che arrivano i carabinieri”. Ma loro continuavano. Sono allora entrato in casa, ho preso la chiave dell’armadietto dove tengo il fucile e sono uscito. Erano ancora lì. Ho sparato un colpo in aria. L’uomo che faceva da palo ha risposto al fuoco e io ho tirato altre due volte sulla macchina vuota. Poi lui si è avvicinato a me, puntandomi con l’arma e gli ho tirato alle gambe e sono andati via». Fino a ieri sera gli altri quattro banditi erano ancora in fuga.
Mentre parla arriva Genny che lo abbraccia in silenzio con gli occhi lucidi. E arriva pure il gioielliere, Robertino Zancan, che per tutelare il benzinaio ha pensato addirittura di attribuirsi le colpe dichiarando agli inquirenti che a premere il grilletto era stato lui: «L’ho detto per tutelare Graziano, lui l’ha fatto per Genny. Gli ho anche messo a disposizione una squadra di legali per difendersi». Zancan ha deciso di chiudere per sempre il negozio: «Da oggi è finita perché non ne posso più: 2 rapine e un sequestro…». Una signora stringe la mano al benzinaio: «Dovrebbero dartene un’altra di medaglia». Già, qualche anno fa Stacchio era stato premiato dal ministero dell’Interno con la medaglia al valor civile per aver salvato la vita a una giovane donna finita con la sua macchina nel canale di fronte alla pompa di benzina. «Quella volta ho salvata una vita, questa volta l’ho tolta», dice lui pensando al giostraio, ai parenti, al dolore. Rifarebbe tutto? Ci pensa un po’ e sospira: «Ho tanti dubbi…».