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 2015  febbraio 04 Mercoledì calendario

Il vero problema sarà a fine febbraio, quando scadrà l’attuale piano di aiuti alla Grecia. Il governo Tsipras vorrebbe che il programma giungesse naturalmente a scadenza, e venisse sostituito da uno nuovo, più leggero in termini di impegni. La Commissione europea preferirebbe invece prorogare l’attuale programma

È una partita a scacchi quella che il nuovo governo greco e l’establishment comunitario stanno giocando in questi giorni, mentre lo sguardo dei diplomatici corre a fine febbraio quando scadrà l’attuale piano di aiuti alla Grecia. L’esecutivo guidato dal partito della sinistra radicale Syriza vorrebbe che il programma giungesse naturalmente a scadenza, e venisse sostituito da uno nuovo, più leggero in termini di impegni. Sul fronte opposto, la Commissione europea preferirebbe invece prorogare l’attuale programma.
Della questione parleranno il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il premier greco Alexis Tsipras che si incontreranno stamani qui a Bruxelles. L’incontro giunge dopo che l’arrivo al potere di Syriza ha scosso i partner europei e innervosito i mercati finanziari. Negli ultimi giorni, il nuovo governo greco ha presentato ai partner le sue linee-guida politiche, rivedendo parzialmente gli annunci controversi della settimana scorsa, quali per esempio il ripudio del debito.
Atene ammette che avrà presto un buco di bilancio ed è quindi alla ricerca di denaro fresco da parte dei suoi creditori. Il problema è come finanziare il paese in grave crisi economica. Nel desiderio di mostrare ai greci il cambio di passo, il governo vuole che l’attuale impopolare programma di aggiustamento scada a fine febbraio. Successivamente, vuole negoziare con i partner un nuovo programma molto più leggero. Nel frattempo, beneficerebbe di un prestito-ponte, mentre le banche godrebbero del rifinanziamento della Banca centrale europea.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, questo piano non piace a molti paesi europei, alla stessa Commissione e alla Bce. Quest’ultima, in particolare, non vuole prestare denaro agli istituti di credito greci in assenza di programma. La Commissione teme l’incertezza politica e giuridica della strada proposta dal nuovo ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, per non parlare dei rischi di volatilità sui mercati e delle condizioni da legare al prestito-ponte.
Un compromesso rimane possibile, ma l’eventuale intesa richiederà posizioni più morbide, mentre il tempo stringe. Non solo l’attuale programma scade a fine mese, ma in estate la Grecia dovrà rimborsare una serie di obbligazioni alla Bce. Qui a Bruxelles c’è consapevolezza che sia necessario allentare le condizioni da imporre al paese in cambio di un nuovo aiuto finanziario, pur di venire incontro al governo Tsipras che deve presentare alla sua opinione pubblica un successo concreto.
La partita è complessa. Non si tratta solo di trovare un accordo con la Grecia. Gli stessi partner europei devono trovare una intesa tra loro. Non tutti sono fermamente convinti che la proroga del programma sia necessaria o politicamente conveniente. Altri si interrogano sulle condizioni da imporre al paese. Altri ancora temono il passaggio parlamentare richiesto da una estensione del programma attuale. Quattro sono i paesi in questa situazione: la Germania, la Finlandia, l’Estonia e l’Olanda.
Il prossimo Eurogruppo è previsto per il 16 febbraio. Trovare un accordo entro fine mese, con le relative approvazioni parlamentari, significa che prima del 16 è necessaria almeno un’altra riunione dei ministri delle Finanze europei, possibilmente l’11 febbraio. Intanto, la questione del debito, per ora, non è in agenda (Syriza ha proposto lunedì uno scambio obbligazionario, pur di allungare ulteriormente le scadenze, che ha provocato cautela in molti partner europei). Prima, bisogna risolvere urgentemente il buco di bilancio a cui va incontro la Grecia.