La Stampa, 4 febbraio 2015
L’ultimo sgarbo dei club ad Antonio Conte: troppi no, salta lo stage della nazionale azzurra. Il ct, deluso e tradito, potrebbe pensare all’addio
Un giro di telefonate e, poi, la decisione. Antonio Conte ha fatto squillare i centralini dei quartier generali dei club per riceverne in cambio tanti ma e zero (o quasi) sì convinti. Così lo stage azzurro di tre giorni, da lunedì prossimo a mercoledì mattina, è stato cancellato dall’agenda di un tecnico più che arrabbiato, deluso e tradito. Conte aveva incassato da tempo il no di Juve e Roma a liberare i propri giocatori per consegnarli al Club Italia quando la stagione comincia a presentare il conto: soprattutto la Juve, la squadra con più convocati in Nazionale, era finita nel mirino dei cosiddetti buoni, di tutti coloro che, al contrario dei bianconeri, avevano aperto casa alle richieste azzurre.
Accordi disattesi
Oggi, Conte si sente beffato da quelle società che si erano espresse per il via libera allo stage e che, adesso, hanno giocato in difesa. Gli accordi partoriti da uno dei tanti passaggi sul tema in assemblea di Lega diceva così: i club impegnati in Europa avrebbero avuto la possibilità di voltarsi dall’altra parte in caso di chiamata in azzurro dei propri ragazzi, per gli altri la tappa di febbraio sarebbe stata obbligatoria. Alla resa dei conti, chi interpellato ha recitato lo stesso spartito, Europa o non Europa di mezzo: il team manager azzurro Gabriele Oriali si è sentito raccontare di allenatori alle prese con la crisi, con partite salvezza, con giocatori appena arrivati dal mercato e, quindi, in disperato bisogno di corsi di apprendimento accelerati.
Eurosfida da preparare
Contrordine, dunque. Per buona pace di accordi presi, nella sostanza ancor prima che nella forma. «Così non avrebbe avuto senso, sia per l’Italia, sia per gli stessi club...», ha precisato Conte. Meglio quindi sorvolare, non pietire, guardare avanti con amarezza. La Figc aveva apparecchiato ogni particolare: Coverciano era pronta ad accendersi per i 5 allenamenti dell’Italia. E la stessa Figc non avrebbe storto il naso nel caso in cui Conte avesse deciso di puntare su giovani scommesse, magari pescando in B in risposta ai tanti tentennamenti del piano di sopra. Ma per il ct l’appuntamento fissato lunedì avrebbe dovuto preparare il gruppo, anche senza juventini e romanisti, alla sfida che conta contro la Bulgaria di fine marzo.
Il nodo: le date della serie A
Conte non ottiene lo stage e, in un attimo, il suo sfogo del dopo Italia-Albania di Genova torna d’attualità. Da Marassi, il ct lanciò un messaggio chiaro: l’Italia deve tornare al centro del pianeta e non essere sentita «...come un fastidio». Ed ora che i club hanno fatto melina, decisivo per gli umori di Conte diventa venerdì quando, in Lega, il consiglio deciderà la date della prossima stagione. Il ct ha chiesto che il campionato termini entro metà maggio per poter preparare al meglio l’Europeo e, assicurano in Lega, a metà maggio finirà, ma il rischio è che al controllo del ct sfugga la finale di Coppa Italia 2016, che i club potrebbero mettere in agenda il 19 o 22 maggio. Cosa accadrebbe in questo caso? Conte ama la panchina azzurra ed ha accettato la sfida per vincere l’Europeo, ma un ulteriore dispetto potrebbe aumentarne i malumori: in quel caso, a giugno, un’eventuale proposta indecente da fuori confine potrebbe sparigliare le carte.