Il Messaggero, 4 febbraio 2015
L’epidemia di morbillo che sta colpendo per la prima volta in decenni gli Stati Uniti fa paura: partita dal parco di Disneyland, in California, è arrivata in 14 Stati, compresa New York. E ora è scoppiato lo scontro politico tra democratici e repubblicani su vaccino sì o vaccino no
Vaccino sì, vaccino no: negli Stati Uniti esplode in un caso politico, a suon di botta e risposta tra repubblicani e democratici in corsa per la nomination alla Casa Bianca. Con alcuni big della destra che si schierano contro il presidente Barack Obama. L’epidemia di morbillo che sta colpendo per la prima volta in decenni il Paese fa paura: partita dal parco di Disneyland, in California, è arrivata in 14 Stati, compresa New York che già conta oltre 100 casi. Una diffusione favorita dal fatto che molti genitori non fanno vaccinare i bambini. Gli esperti e le autorità sanitarie sono in allarme anche per le dichiarazioni di chi invoca la libertà di scelta per le famiglie: sono loro – si afferma – che devono decidere se vaccinare o no i propri figli.
Così, mentre il direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), Tom Frieden, invita a non sottovalutare l’emergenza, a scatenare le polemiche sono state le parole di due possibili candidati per le presidenziali del 2016: il governatore del New Jersey, Christ Christie, e quelle del senatore del Kentucky, Rand Paul. In campo è scesa anche Hillary Clinton, che su Twitter ha scritto: «La terra è rotonda, il cielo è blu, i vaccini funzionano. Proteggete i vostri bambini». Un cinguettio in sintonia con Barack Obama: «Capisco che ci siano famiglie in alcuni casi preoccupate sui possibili effetti dei vaccini, ma la scienza non si discute. C’è ogni ragione per vaccinarsi e nessuna per non farlo. Immunizzate i vostri bimbi».