Il Messaggero, 4 febbraio 2015
In Francia torna l’incubo del terrorismo islamico. A Nizza accoltellati tre soldati davanti al centro ebraico. L’attentatore fermato si chiama Coulibaly, come Amedy Coulibaly, autore con i fratelli Kouachi degli attacchi di Parigi
Le ferite dei tre soldati sono leggere, l’aggressore è stato fermato subito, il suo presunto complice anche, ma non importa: ieri, alle due del pomeriggio, tutto è sembrato ricominciare di nuovo, quando un uomo ha tirato fuori un coltello e ha colpito tre militari fermi davanti a un centro ebraico di Nizza.
Di nuovo gli attentati, l’antisemitismo, il terrorismo, perfino il nome: l’aggressore di ieri è stato identificato immediatamente, ha trent’anni, è originario del Mali, si chiama Coulibaly, come Amedy Coulibaly, autore con i fratelli Kouachi degli attacchi di Parigi del 7,8 e 9 gennaio, l’assassino della poliziotta di Montrouge e dei quattro ostaggi del supermercato casher. «A priori, non c’è nessuna parentela» hanno dichiarato gli inquirenti. Ma qualche parentela in realtà c’è.
IL SOSPETTO
Anche Moussa Coulibaly, come Amedy, come i fratelli Kouachi, era noto ai servizi d’informazione, anche lui avrebbe voluto andare a addestrarsi in Siria, anche lui arriva da uno dei ghetti della banlieue di Parigi e anche lui ha pesanti trascorsi giudiziari.
La sua storia è stata subito ricostruita. Il 28 gennaio scorso Moussa Coulibaly, con precedenti per furto e aggressioni a forze dell’ordine, attira l’attenzione della polizia francese all’aeroporto di Ajaccio. Ha un biglietto di sola andata per Istanbul, una delle tappe canoniche degli aspiranti jihadisti che decidono di andare a combattere in Siria.
SEGNALATO
I francesi lo segnalano immediatamente alle autorità turche, che lo fermano all’aeroporto di Istanbul e lo rispediscono in Francia. Al ritorno, Coulibaly è oggetto di un fermo amministrativo, viene interrogato ma gli agenti non raccolgono informazioni sufficienti per l’apertura di un’inchiesta e viene rilasciato. Pochi giorni dopo eccolo a Nizza.
LA SCINTILLA
Ieri poco prima delle due è su un tram, vicino alla place Masséna, nel centro della città. Salgono i controllori: Coulibaly non ha il biglietto e paga la multa senza protestare. Scende alla fermata successiva e va diretto verso i tre militari che stazionano davanti a un centro ebraico, sede del Concistoro di Nizza e della redazione di Radio Shalom, sull’avenue Jean Medecin.
Coulibaly lascia cadere un sacchetto a terra, uno dei militari si china per raccoglierlo e in quel momento parte la prima coltellata.
Il militare è ferito a una guancia: un taglio profondo ma non grave. L’altro militare tenta di fermare l’aggressore e viene ferito al braccio, il terzo, leggermente a una gamba. L’aggressore tenta di scappare ma viene fermato da due agenti dell’azienda dei trasporti pubblici e da un passante.
L’ALTRO FERMATO
Poco dopo l’aggressione, la polizia ha fermato un altro sospetto, che forse si trovava con Coulibaly sul tram ma non ha partecipato all’attacco, un uomo di 43 ani, nato in Ciad e di nazionalità canadese. È stata immediatamente perquisita anche la stanza d’albergo dove Coulibaly alloggiava.
Il sindaco di Nizza Christian Estrosi ha chiesto al governo di alzare al massimo grado il livello di allerta del dispositivo antiterrorista Vigipirate, quello di «rischio attentato imminente».
IL PRESIDENTE
Immediata anche la reazione del presidente Francois Hollande, che ha condannato «con la massima fermezza» l’aggressione, e ha ribadito la «determinazione dello Stato a agire per difendere la sicurezza dei cittadini».