Corriere della Sera, 4 febbraio 2015
Quant’è triste questa Isola dei Famosi senza famosi. Cecilia Belén (sorella di) deve spogliarsi per pagare il mutuo della casa dei genitori (ci mancava solo il risvolto sociale), Alessia Marcuzzi non sa cosa sia il senso del ritmo, Mara Venier è una signora («Quanto sei str…», dice al suo opinionista di riferimento) e Alfonso Signorini ha perso quel po’ di autoironia che un tempo esibiva
Stare in piedi fino all’una di notte per vedere «L’Isola dei Famosi» è una triste follia. Mai visto un programma così maldestro e interminabile per ragioni d’ascolto (Canale 5, lunedì, 21.30). È vero che i reality hanno bisogno di tempo per scaldare il motore, ma l’edizione di quest’anno, la cui unica chiave interpretativa sembra il doppio senso, lascia poche speranze. I naufraghi non sono famosi, lo studio è debole, gli autori sono meno creativi dell’uragano della settimana scorsa, Cecilia Belén (sorella di) deve spogliarsi per pagare il mutuo della casa dei genitori (ci mancava solo il risvolto sociale), Alessia Marcuzzi non sa cosa sia il senso del ritmo, Mara Venier è una signora («Quanto sei str…», dice al suo opinionista di riferimento) e Alfonso Signorini ha perso quel po’ di autoironia che un tempo esibiva.
Il grande Dino Risi aveva già capito tutto. Basta rivedere quel pezzo del Sorpasso in cui tratteggia la giovane Catherine Spaak per intuire che sarebbe finita così. È probabile che tutto sia combinato (nei reality non si sa mai), ma certo l’uscita di scena della Spaak è di rara ridicolaggine: «Io mi trovo veramente molto in difficoltà… quando, una settimana fa, abbiamo preso questa barca… per raggiungere l’Isola, non sapendo che saremmo tornati indietro, è successa una cosa che mi ha fatto stare molto male. La barca si muoveva moltissimo, abbiamo sbattuto, qualcuno rideva, qualcuno no. Io posso dire di aver passato la mezz’ora più brutta della mia vita».
La mezz’ora più brutta della sua vita? A rendere ancora più ridicola la situazione ci pensa Slurpino Diaco, il più grande paraguru della tv italiana, con le sue tirate retoriche e profittatrici. Pessima la regia di Roberto Cenci.
Credo che il problema più importante sia questo: finora non si sono fuse le culture produttive di Mediaset e di Magnolia. Questi programmi o sono appaltati chiavi in mano o l’ibrido crea queste mostruosità.