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 2015  febbraio 04 Mercoledì calendario

La giornata di Silvio Berlusconi al Quirinale, tra protocollo violato, barzellette sui siciliani e gaffe con Rosy Bindi

«Ah, sono in sesta fila?» Silvio Berlusconi entra nella Sala dei Corazzieri del Quirinale e accoglie con un sorriso tirato la notizia dell’addetta al cerimoniale. Si capisce subito che indosserà i panni del guastatore, anche per rompere il clima da sobrietà morotea, quella che a lui ha sempre dato l’orticaria. E allora saranno gaffe e barzellette e un’ora di comizio nel Salone delle feste.Tutti a ostentare entusiasmo, sconfitti e vincitori. Perfino Giuliano Amato la butta sull’autoironia: «Dopo di me, Mattarella era il mio preferito». Matteo Renzi è in versione king maker, umore alle stelle, abito nero, su camicia bianca e cravatta nera. «Siamo dunque al pactus interruptus?» fredda ridendo Francesco Paolo Sisto, il forzista presidente della commissione che lavora alle riforme. Angelino Alfano arriva e siede subito in prima fila, «da siciliano sono davvero emozionato», come se avesse sponsorizzato Mattarella fin dall’inizio. Con l’ex Cavaliere non si scambiano nemmeno uno sguardo. «Eccolo il mio presidente» dice Nunzia De Girolamo (sarebbe Ncd) abbracciando e baciando Berlusconi e lui ammiccante: «Shhh, non dirlo, che il patto non so se esiste ancora», scherza alludendo al riavvicinamento già tramontato con l’ex pupillo Angelino. Giorgia Meloni, con stivale quasi al ginocchio, prende il posto di Matteo Salvini che il protocollo aveva previsto al fianco del leader di Forza Italia. Il capo leghista preferisce comiziare (anche contro Mattarella) dai microfoni di Radio Padana e protesta: «Nessuno mi aveva invitato». Roberto Calderoli invece si presenta, anche se in jeans e foulard. Se è per questo, il grillino Luigi Di Maio è in blu elettrico, ma almeno fa le veci dei Cinque stelle. Gianni Letta finisce in diciassettesima fila. Pier Luigi Bersani assiste fuori dal Palazzo, Mentana in diretta su La7 gli chiede in diretta come mai lui non fosse dentro, «incredibile, ho visto cani e porci», fa notare il giornalista: «Dopo tutto lei è un ex presidente del Consiglio incaricato». E Bersani: «Come no, incaricato e scaricato». Dentro, Renzi ha già tolto il cellulare dalle mani di un ragazzo che gli chiede un selfie, «perché ci penso io», finché dietro non spunta Maurizio Gasparri e blocca il clic: «Eh no, Maurizio, il selfie con te dietro anche no». Berlusconi si avvicina e chiede al capo del governo di presentargli il ministro dell’Economia Padoan e «speriamo non sia birichino come te». Renzi affonda: «Il fatto è che io sono meno birichino di te». Per il ministro è in una trappola. Il premier si allontana, il leader di Forza Italia inizia a dargli lezioni sul Fiscal compact «antistorico e da eliminare», col ministro silente che annuisce: «Lo terrò in considerazione». I ministri sono in coda per stringere la mano al presidente Mattarella. Maria Elena Boschi attende il suo turno, dietro Andrea Orlando, Federica Guidi spicca in bianco. La mano che a un certo punto Maurizio Lupi osa adagiare sulla spalla del presidente, viene subito ritirata, giusto i secondi necessari per rendersi conto del disagio procurato. Nunzia De Girolamo, impaziente, irrompe: «Visto che nessuno ci presenta, lo faccio io», lui accenna appena a un sorriso.A pochi metri il vociare arriva dal codazzo che Berlusconi si porta da un punto all’altro del salone. È il giorno in cui torna solcare la soglia del Quirinale, festeggerà l’evento con un paio di gaffe da brivido. Rosy Bindi gli si avvicina, portata da Renato Brunetta, e lui: «Ho visto che ha versato lacrime di commozione per l’elezione, non ce lo aspettavamo da un uomo, pardon, da una donna, come lei». Cala il gelo tra i presenti. La deputata pd non può credere che ci sia ricascato: «Mi aspettavo che lei fosse diventato più galante, ma mi pare che non ci sia nulla da fare». La seconda gaffe quando racconta a «casa» di un siciliano appena insediato, la barzelletta sul siciliano bloccato per un controllo dai carabinieri con lupara in borsa. Berlusconi sarà l’unico leader politico a non far nulla per avvicinarsi a Mattarella, «c’è troppa gente intorno, vedo che è già andato via, conto di essere ricevuto presto in udienza». «Mattarella è una brava persona, ha fatto un bel discorso e poi si presenta così bene, coi capelli bianchi». Il patto del Nazareno? «Non so come sta». Renzi invece si attarda nel salone delle feste. Ma per Sergio Mattarella è già abbastanza. Si dilegua dopo una ventina di minuti per ritirarsi a pranzo coi suoi familiari. Per oggi può bastare.