La Stampa, 3 febbraio 2015
Il caso 3 per cento. Ecco perché in Francia funziona e in Italia no
1 È vero quel che dice il ministro Boschi: la soglia di non punibilità della frode fiscale esiste anche in Francia, e fino al 10% dell’imponibile?
L’articolo 1741 del Code General des Impots prevede la soglia: c’è reato se la somma «dissimulata» al fisco è superiore al 10% dell’imponibile o eccede i 153 euro. Lo scopo è non ingolfare i tribunali per vicende con esiguo danno per il fisco.
2 Come va interpretata questa norma?
Alcuni dei massimi esperti di diritto penale tributario, da noi consultati, concordano: il reato è perseguibile, se si verifica una delle due condizioni previste dalla «soglia di tolleranza». Quindi, se la somma evasa è inferiore al 10% dell’imponibile ma eccede i 153 euro, è reato.
3 La questione è discussa in Francia?
Per niente. Nel manuale universitario Grosclaude-Marchessou (pubblicato in Italia da Giuffrè), della soglia neanche si parla: è talmente bassa da essere considerata irrilevante. Ieri Adriano Di Pietro, docente di diritto tributario a Bologna e direttore della Scuola europea di alti studi tributari, ha telefonato al collega Philippe Marchessou dell’Università di Strasburgo, il quale (rallegrandosi per «le courage de la presse italienne»), ha confermato che «la non punibilità prevista dall’articolo 1741 ha pressoché nulla applicazione dal momento che la soglia del 10% è vanificata dal bassissimo importo di 153 euro».
4 La soglia italiana avrebbe effetti diversi?
Totalmente: renderebbe impunibili frodi fiscali fino al 3% del fatturato, quindi anche milionarie per le grandi imprese. Berlusconi è stato condannato per una frode di 2,4 milioni, lo 0,7% del bilancio Mediaset 2003 (con la nuova soglia, sarebbe stato non punibile fino a 9,36 milioni). Invece in Francia le frodi sono punibili da 154 euro in su. Inoltre secondo il professore Enzo Musco è incostituzionale che sia il governo, e non il Parlamento, a stabilire la soglia.