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 2015  febbraio 03 Martedì calendario

«La chirurgia estetica è un burqa di carne». E scatta la polemica con Nancy Brilli in Vaticano. L’attrice, testimonial di un’assemblea plenaria sulle culture femminili, promuove l’iniziativa con un spot. Un video giudicato dai paesi anglofoni troppo sexy e ridicolo: «Le donne che soffrono di povertà, violenza o guerra possono non avere uno smartphone a portata di mano»

«La chirurgia estetica è come un burqa di carne». Un’immagine forte, dentro un testo vaticano. La si legge in un documento preparatorio di un’assemblea plenaria sulle culture femminili, in programma a Roma da domani a sabato. Testimonial: l’attrice Nancy Brilli. Compagna di un chirurgo plastico, benché prevalentemente impegnato nella ricostruzione postcancro, la quale però, durante la presentazione dell’incontro dice: «Se uno altera la fisionomia con cui viene al mondo e nella quale si sente a disagio, non capisco perché debba essere demonizzato e criticato».
L’iniziativa è promossa in uno spot. Ma il video con al centro la bella e brava attrice italiana è stato giudicato in alcuni Paesi anglosassoni eccessivamente edulcorato rispetto alla reale situazione delle donne nel mondo, fatta spesso di difficoltà e violenza. Mentre ambienti conservatori negli Usa hanno protestato perché, invece, sarebbe «sexy». Al punto da costringere lo stesso cardinale Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la Cultura e promotore del progetto, a togliere dal web la versione in inglese. In omaggio alla rinnovata attenzione di Francesco verso il mondo delle donne, il Vaticano si prepara ad approfondire il tema delle «culture femminili». E fra i diversi argomenti della plenaria è presente anche quello della chirurgia estetica. «È come un burqa di carne», dice il testo, che continua: «Questa la definizione molto pertinente, anche se sferzante, data da una donna. Lasciata la libertà di scelta a tutti, non è che siamo sotto il giogo culturale del modello femminile unico? Pensiamo alle donne usate nella pubblicità e nella comunicazione di massa». Ravasi ha rilevato come «impressionante è la crescita della chirurgia estetica per aderire a un modello estrinseco: oggi le diciottenni chiedono per il compleanno un seno nuovo».
«Stando insieme a un chirurgo plastico che si occupa prevalentemente di ricostruzione postcancro – ha detto Nancy Brilli – mi sento molto coinvolta. Definire questa chirurgia “nuovo burqa” dipende dal fatto che le donne cercano molto spesso di omologarsi per essere accettate. Se uno altera la fisionomia con cui viene al mondo e nella quale si sente a disagio, invece, non capisco perché debba essere demonizzato: se sta meglio, dov’è il danno? Se invece si tratta di diventare come una donna debba essere, quello è terribile, in quel senso è burqa».
Il cardinale ha poi risposto a una domanda sullo spot registrato dalla Brilli prima di Natale per pubblicizzare la plenaria. Pubblicato sul sito del dicastero, ha suscitato non poche reazioni negative, «soprattutto in area anglofona». La versione in inglese è stata così ritirata, «dopo le critiche dei progressisti, perché la presentazione dei problemi era troppo edulcorata, mentre si doveva marcare di più la violenza sulle donne, cioè sottolineare solo il negativo, e su questo non sono d’accordo, mentre i conservatori dall’altra parte ritenevano il testo troppo avanzato». Si leggeva ieri sul sito del Daily Mail: «Il video promozionale è stato talmente ridicolizzato da essere tolto. Le donne che soffrono di povertà, violenza o guerra possono non avere uno smartphone a portata di mano e rispondere con una clip» come richiesto nel video. Ravasi ha infine preannunciato la creazione di una Consulta femminile permanente nel suo dicastero, per valorizzare il ruolo delle donne.