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 2015  febbraio 03 Martedì calendario

10mila euro per la documentazione di fine lavori, 8mila per il rilascio di una variante (anche per opere abusive) e 6mila per il via libera e il ritiro della concessione per opere edilizie. Ecco il tariffario dei funzionari corrotti a Roma

Bastava pagare. Pagare per evitare i controlli, per ottenere le autorizzazioni ad avviare i lavori e per finirli. Poi, ancora, bisognava consegnare buste per assicurarsi la benevolenza di chi doveva controllare, far chiudere se qualcosa non andava o anche solo per velocizzare pratiche lumaca. Il tutto secondo un tariffario ben preciso che è stato trovato nel corso dell’indagine sui funzionari comunali corrotti di Roma: 10mila euro per la documentazione di fine lavori, 8mila per il rilascio di una variante (anche per opere abusive) e 6mila per il via libera e il ritiro della concessione per opere edilizie. Gli ispettori della Spresal (Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) si “accontentavano” invece di mille euro per non mettere a verbale le irregolarità riscontrate nei cantieri. Ma i prezzi potevano anche salire. O addirittura raddoppiare: spesso bisognava pagare due volte perché i funzionari «erano insaziabili». Undici i provvedimenti emessi dal gip di Roma Anna Maria Gavoni, su richiesta del procuratore aggiunto Francesco Caporale e del pm Erminio Amelio: carcere per un tecnico del XIV municipio, Giovanni Grillo, e domiciliari per altri dieci tra i quali due funzionari del IX dipartimento del Comune, quello che si occupa di edilizia, e due ispettori del servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti del lavoro.
Arresti che sono la seconda tranche dell’inchiesta che a inizio anno aveva già portato in carcere altri tecnici municipali. L’indagine, hanno detto gli inquirenti, sta facendo emergere «un sistema di corruzione diffusa e preventiva» nell’edilizia residenziale romana». E se da un lato ci sono i funzionari pubblici, dall’altro ci sono gli imprenditori: sei finora quelli per i quali il giudice ha disposto l’obbligo di firma. L’inchiesta, condotta dai finanzieri del nucleo speciale Tutela Mercati, è nata dalla denuncia di due imprenditori stanchi di ricevere continuamente richieste di denaro. E il sistema, questo il sospetto di chi indaga, andava avanti da parecchio: ieri gli investigatori della Fiamme Gialle hanno chiesto agli uffici del IX Dipartimento la documentazione a partire dal 2010.