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 2015  febbraio 03 Martedì calendario

L’8 marzo Berlusconi recupera la sua libertà. Terminerà i servizi sociali – niente più malati di Alzheimer – e l’interdizione dai pubblici uffici. Potrà rientrare dopo le 23, spostarsi senza via libera preventivi tra Milano e Roma e gli sarà restituito anche il passaporto. Certo, poi ci sono gli altri processi e le eventuali condanne

Libero, ma solo a metà. Perché su Berlusconi, che ottiene lo sconto di pena di 45 giorni dai giudici di Milano per il processo Mediaset, incombe sempre la legge Severino che lo rende incandidabile fino all’agosto del 2019. Ma l’8 marzo l’ex Cavaliere chiude con Cesano Boscone e i malati di Alzheimer dove, per nove mesi, si è recato una volta a settimana come “affidato ai servizi sociali”. Termina pure l’interdizione dai pubblici uffici. Non è la piena agibilità politica, ma il recupero della libertà di movimento. Niente più rientri prima delle 23, spostamenti senza via libera preventivi tra Milano e Roma, gli sarà restituito il passaporto. «Un atto dovuto» commentano i suoi come Santanchè e Abrignani, pure Fitto parla di «segnale positivo». A Milano, in procura, da cui era arrivato un parere contrario allo sconto firmato da un “duro” come l’aggiunto Ferdinando Pomarici, trapela un «il premio si dà a tutti..., semmai è criticabile l’ampiezza concessagli prima per gli spostamenti». Lui, Berlusconi, già pensa di chiedere la riabilitazione che, se gli fosse concessa («Ma è tutto da vedere» dicono a Milano e a leggere il codice già pare difficile), potrebbe cancellare la Severino con un anno d’anticipo. Sempre in piedi l’attesa di una pronuncia favorevole della Corte dei diritti umani di Strasburgo sul ricorso contro la Severino applicata, secondo i suoi legali Niccolò Ghedini e Franco Coppi, per un reato commesso prima dell’approvazione della legge.
Sono le 12 e 30 quando la notizia dello sconto diventa pubblica. Appena preceduta da quella di Berlusconi oggi al Quirinale. Il giudice di sorveglianza Beatrice Crosti, che ha seguito il percorso penale dell’ex Cavaliere, che lo ha convocato all’inizio di luglio per una ramanzina dopo le esternazioni contro le toghe fatte a Napoli al processo Lavitola e in tv, che si è vista chiedere «scusa», ora decide che Berlusconi può godere dello sconto di 45 giorni per l’anno di pena residuo, dopo che l’indulto del 2006, una legge già a misura di Previti (gli evitò la cella), ha cancellato 3 dei 4 anni della condanna Mediaset. Scrive Crosti nelle motivazioni: «Come per casi analoghi, allorché a un inizio claudicante della misura segue un percorso lineare che porta a valutare in modo benevolo l’andamento, ci si sente di dare rilievo alla coerenza dimostrata coi fatti». Berlusconi, per Crosti, ha scontato la pena «con regolarità e costanza». Aveva torto Pomarici, cui il procuratore aggiunto addetto alle esecuzioni Alfredo Robledo aveva affidato l’incarico, a scrivere che lo sconto andava respinto.
E ora che succede? L’8 marzo, giorno della festa della donna, Berlusconi recupera la sua libertà. Potrà andare dove vuole. Mediaset è alle spalle, anche se incombono su di lui altri processi, la compravendita dei senatori a Napoli, i testimoni spinti a mentire a Bari (Tarantini) e a Milano (le Olgettine), la Cassazione su Ruby. Se pensa di chiedere la riabilitazione dovrà monitorare i suoi comportamenti, se è vero che l’articolo 179 del codice penale recita che «la riabilitazione è concessa quando siano decorsi almeno 3 anni dal giorno in cui la pena principale sia stata eseguita o sia estinta, e il condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta». Otto marzo 2015, otto marzo 2018, tre anni di buona condotta. A Milano, sulla riabilitazione, sono scettici, soprattutto su un Berlusconi “condannato” alla buona condotta. Lui, Berlusconi, ha letto e riletto molte volte l’articolo 15 della Severino, laddove recita che «la sentenza di riabilitazione è l’unica causa di estinzione anticipata dell’incandidabilità e ne comporta la cessazione per il periodo residuo». Certo, poi ci sono gli altri processi e le eventuali condanne. Se arrivassero, cancellerebbero gli effetti dell’indulto e i 3 anni di scontro. E allora i giochi giudiziari si riaprirebbero in pieno.