la Repubblica, 29 gennaio 2015
Incontrando per caso Massimo D’Alema al centro di Roma: «Il Quirinale? Non me ne sto occupando. Io ormai mi interesso d’altro. Questa è una bella serata per passeggiare in piazza Farnese...»
A piazza Farnese fa un freddo cane. È la vigilia dei giorni della merla e pure del voto per il Quirinale. È quasi ora di cena. Sotto la fondazione di Italianieuropei la scorta di Massimo D’Alema attende intirizzita. Una signora attraversa il cortile, scherza sul nuovo Presidente. «Se fanno Veltroni, qua succede un casino...». Immagini Massimo D’Alema alle prese con il rebus del Colle, e invece: «E invece sbaglia. Io ormai mi interesso d’altro».
Presidente D’Alema, ormai ci siamo: si vota il nuovo Capo dello Stato.
«Non me ne sto occupando. Questa è una bella serata per passeggiare in piazza Farnese...».
Poche ore, eppure la situazione sembra ancora molto confusa.
«Sara pure così. Vedremo cosa succederà».
Cosa deve fare Renzi per tenere unito Pd in ore così travagliate?
«Dovete chiederlo a lui. Tocca a lui e a chi dovrà votare il nuovo Presidente in Parlamento».
D’Alema posa la sua ventiquattrore sul sedile posteriore dell’auto. Sale.
«Si fa il nome di Mattarella, Presidente...».
Tentativo vano, la portiera stronca la conversazione.