Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 28 Mercoledì calendario

Provenza, nella filiera francese dei jihadisti

Molto lontano dai palazzoni di periferia indicati spesso in Francia come «territori perduti della Repubblica» c’è Lunel, cittadina provenzale di neanche 26 mila abitanti tra Montpellier e Nimes, dove negli ultimi due anni una trentina di giovani sono partiti per combattere in Siria. Almeno sei hanno perso la vita, il 10 per cento dei morti tra gli jihadisti francesi. Da mesi Lunel è sotto stretta sorveglianza, e ieri all’alba sono entrate in azione le forze speciali che hanno arrestato cinque persone (foto). Due degli arrestati sarebbero appena tornati in Francia, gli altri tre stavano probabilmente per raggiungere «i fratelli» in Siria. «Una filiera particolarmente pericolosa», ha detto il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, che guida in questi giorni la caccia ai terroristi pronti a colpire di nuovo la Francia. Lunel, poco lontano dal parco della Camargue, ha un tasso di disoccupazione del 20% (la media nazionale si ferma al 10%) e una storia di rapporti tesi con gli harkis, gli algerini che lasciarono il Nordafrica dopo l’indipendenza. Il dato economico va accompagnato però a quello culturale, e qui ci sono da segnalare le dichiarazioni del responsabile della moschea locale El Baraka: «Perché condannare i giovani che sono partiti in nome di un’ingiustizia in Siria – si è domandato Lahoucine Goumri in un’intervista di dicembre al Midi Libre – e non quei francesi che hanno ucciso dei bambini palestinesi con Tsahal (l’esercito israeliano, ndr ) l’estate scorsa? La più grossa filiera jihadista è François Hollande». Frasi indegne, tanto più gravi perché Goumri è anche presidente dell’Unione dei musulmani di Lunel.
Le autorità francesi si sono mobilitate ieri anche per frenare l’incitamento all’odio su Internet. Hollande ha annunciato una proposta di legge per rendere gli operatori online corresponsabili dei messaggi estremisti pubblicati sui siti. E presto Cazeneuve incontrerà i vertici di Twitter, Google, Facebook, Microsoft.