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 2015  gennaio 28 Mercoledì calendario

E i fedeli di Grillo bloccano i fuoriusciti all’ingresso del Nazzareno. Per dirla con il Vernacoliere: «Se li sono accattati». Cronaca dello psicodramma del nuovo esodo dal Movimento 5 Stelle

Mara Mucci, in conferenza stampa, con la voce tremante: «Noi aspiravamo alla bellezza, non alla rabbia e alla violenza verbale in un clima cupo fatto di sospetti e di intrighi». Carla Ruocco, su un divanetto del Transatlantico, lapidaria e vernacolare: «Se li sono accattati». E Luigi Di Maio, a Radio 24: «O c’è qualcuno che sa comprare bene o qualcuno che si vende per poco».
Non è tempo di «bellezza» per 5 Stelle e fuoriusciti, costretti a rendersi conto che la politica non è un pranzo di gala e che somiglia più a una scena da Riccardo III e a una «vasca di squali» (Alessandro Di Battista) che a un sogno commovente. E così lo psicodramma del nuovo esodo dal gruppo (altri 9 deputati fuori), prosegue nel pomeriggio con una sequela di ingiurie contro «il vuoto cosmico che alberga nelle loro testoline» (Paola Taverna). E si trasforma in serata in un picchettaggio violento, in cui alcuni militanti esagitati danno seguito agli insulti del web («sputare a vista») e bloccano i «traditori». I tre membri della delegazione della neonata «Alternativa libera» – Walter Rizzetto, Mara Mucci e Marco Baldassarre – sono circondati, insultati e costretti a tornare indietro: viene impedito loro, materialmente, di varcare la porta del Nazareno. Rizzetto si prende due pugni sulla schiena. «Squadristi a 5 Stelle» commenta Matteo Orfini, presidente del Pd. E Rizzetto usa la stessa parola: «Un attacco squadrista. Tra l’altro, nel Giorno della Memoria». Se fossero entrati, i tre, che avevano chiesto lo streaming, avrebbero proposto come candidati Stefano Rodotà e Nino Di Matteo.
Il clima era pesante già in giornata. Sono in molti nel gruppo a giurare che i 9 siano «al soldo» di Renzi. Paolo Nicolò Romano, deputato, è sicuro che si tratti di «soldo» reale: «Ho visto un sms in cui si offrivano molti soldi». Poi precisa: «Non era su un cellulare di uno dei 9». Tornando alla politica, oggi si terrà un’assemblea dei 5 Stelle, alle 9. Subito dopo, potrebbero essere annunciate le Quirinarie, in bilico fino all’ultimo: tra i nomi proposti alla Rete ci sarà anche quello di Prodi, punto di caduta di una trattativa estenuante con Sel e minoranza Pd.
«Il nome di Prodi resta l’opzione principale», conferma una fonte di vertice. Nonostante dubbi e scetticismi. Il «falco» Vega Colonnese scrive: «Prodi quello dell’euro, dell’Iri e dei Cip6 in Campania? Sì, lui. Avanti miei Prodi!». Anche la Ruocco non apprezza: «Per mio carattere starei con Beppe e con il suo vaffa. Non farei trattative». E proprio su Grillo si erano concentrate voci senza alcuna conferma: si diceva di una sua contrarietà all’ipotesi Prodi, caldeggiata invece da Casaleggio. Ieri c’è stato un incontro a Milano tra i due durato ben tre ore. Alla fine l’opzione Prodi restava ben salda, come dimostrato dal post pomeridiano in cui si dà conto delle risposte all’offerta lanciata il giorno prima al Pd: poche, solo 6, ma con ben 4 sì per Prodi (Corradino Mineo, Pippo Civati e i prodiani Franco Monaco e Sandra Zampa). C’è anche un «Beppe, torna a zappare le vigne», ma è l’ultra falco dem Stefano Esposito.
La certezza che i bersaniani votino Prodi non c’è ancora (il capogruppo Sel fa la spola tra pd e 5 Stelle per dare informazioni e rassicurazioni). E qualcuno vorrebbe votare bianca al 1° turno e aspettare gli eventi. Ma, per ora, prevale l’ipotesi Quirinarie, con Prodi in testa.