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 2015  gennaio 28 Mercoledì calendario

Intanto anche Diego Della Valle prepara il suo partito. Il patron della Tod’s ha depositato il marchio “Noi Italiani”. Il timbro, di colore blu molto scuro troneggia su un campo giallo bordato da una striscia tricolore che corre lungo il bordo circolare del marchio

Diego Della Valle, nel cerchio degli amici cari, è stato quello più determinato nello scoraggiare Luca Montezemolo quando pensava di scendere in politica. Con ancora maggior convinzione ha negato l’interesse a muoversi in prima persona. Eppure il settimanale L’Espresso ha scovato una notizia che sembrerebbe smentire tanta fermezza. Il 16 gennaio è stato depositato presso l’ufficio brevetti un marchio che sembra proprio quello di un partito. Soprattutto considerando che la registrazione è avvenuta nelle classi 41 e 45, ovvero, come spiega il settimanale, proprio quelle relative agli affari pubblici: organizzazione di convegni, attività associativa, formazione politica, fornitura di informazioni in ambito politico e via dicendo. Il nome del movimento è “Noi Italiani”. Il timbro, di colore blu molto scuro troneggia su un campo giallo bordato da una striscia tricolore che corre lungo il bordo circolare del marchio.
Sono colori che ad uno sguardo un po’ distratto ricordano quelli della Ferrari: il campo giallo, la macchia nera al centro, la cornice che riproduce i colori della bandiera. Un riflesso condizionato dovuto alla lunga amicizia con Montezemolo o qualcosa di più? Difficile rispondere. Tanto più che mancano le risposte di Mister Tod’s impegnato in uno dei molti viaggi che lo portano all’estero.
Certo Della Valle non si è mai tirato indietro quando c’è stato da fare a botte con la politica. Difficile dimenticare lo scontro con Silvio Berlusconi nel 2006 nel corso di un convegno di Confindustria a Vicenza. Più di recente le affermazxoni al vetriolo contro Matteo Renzi considerato un uomo politico «pericoloso». Insomma il patron della Tod’s sembra eternamente in campagna elettorale anche se poi si schernisce definendosi un semplicefabbricante di scarpe.
Certo il suo amore per l’ironia tagliente non risparmia nessuno. Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa e Cesare Geronzi, allora presidente di Generali erano «arzilli vecchietti». Marchionne è uno «che di auto non capisce nulla» e John Elkann «un imbecille». Tuttavia è la politica la sua passione. Il 18 novembre auspicava «elezioni prima possibile perché il Paese è incartato». Due mesi dopo spunta il simbolo che potrebbe essere di un partito..
Nelle stesse ore Corrado Passera, un altro personaggio assai più noto alle cronache economiche che a quelle politiche si da gran da fare per la visibilità di “Italia Unica”. Lodevole tanto attivismo per il Paese da parte del patron di Tod’s e dell’ex amministratore delegato di Banca Intesa. Tuttavia non risulta che ci siano urne in vista (tranne qualche appuntamento amministrativo). A meno che non sappiano qualcosa che noi ignoriamo.