Fior da fiore, 28 gennaio 2015
Domani si vota per il presidente della Repubblica • Altri deputati escono dal Movimento 5 Stelle • Il Senato approva l’Italicum • Due politici anti-austerità nel governo di Tsipras • Le promesse elettorali di Tsiprsa valgono 11,5 miliardi, la Grecia ne ha solo 4 • Evasori greci • Assalto terroristico in un hotel di Tripoli • Arrivata la condanna per i no Tav • Vannoni di Stamina patteggia • Gli stranieri che lavorano in Italia producono l’8% della ricchezza nazionale • La mappa dell’intolleranza
Presidente Domani il primo voto per l’elezione del presidente della Repubblica. Ieri ci sono stati i colloqui di Matteo Renzi con le delegazioni dei partiti. Oggi gli incontri con Bersani e Berlusconi. I nomi su cui si concentra la mediazione sembrano essere tre: Mattarella, Amato, Padoan. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
M5S Altri nove deputati del Movimento 5 Stelle sono usciti dal partito. In serata alcuni militantili hanno circondato tre di loro (Walter Rizzetto, Mara Mucci e Marco Baldassarre) che stavano entrando al Nazareno. Se fossero entrati, i tre, che avevano chiesto lo streaming, avrebbero proposto come candidati Stefano Rodotà e Nino Di Matteo.
Italicum Il Senato (con 184 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti) ha approvato l’Italicum riveduto e corretto secondo il patto del Nazareno Pd-FI. I 24 voti mancanti alla maggioranza (alcuni senatori del Pd non hanno partecipato allo scrutinio in dissenso dalla linea del partito e 2 socialisti si sono astenuti) sono stati compensati dai 47 di Forza Italia (più i 7 di Gal). Ota la legge deve tornare alla Camera per il voto finale che dovrebbe arrivare entro aprile. Il ministro Maria Elena Boschi: «Il contributo di Forza Italia è stato importante. Tuttavia in termini numerici la maggioranza è stata autosufficiente».
Grecia/1 Il governo greco è pronto: 11 ministri anziché 19, tra loro nessuna donna. Dentro ci sono due falchi anti-austerità: Yannis Dragasakis e Yanis Varoufakis. Dragasakis è vice premier con delega all’economia. Sarà il ministro delle spese. Ex tesserato comunista ha ipotizzato un’inchiesta penale su chi ha firmato gli accordi con la troika. Yanis Varoufakis è il nuovo ministro dell’economia. «Marxista libertario», professore di economia in Texas, era già stato consigliere di governo all’epoca della crisi, ma aveva lasciato l’incarico in contrasto con la decisione di indebitarsi invece di fallire.
Grecia/2 Le promesse di Tsipras, il calcolo è suo, costano 11,5 miliardi. Nelle casse di Atene ce ne sono circa 4, che dovrebbero servire per onorare i 3,8 miliardi di prestiti e interessi da pagare tra febbraio e marzo. I tagli alle tasse e gli interventi sullo stato sociale previsti dal Programma di Salonicco sono coperti, dice Syriza, da quattro capitoli principali: 3 miliardi dovrebbero arrivare dalla lotta all’evasione fiscale, 3 dalla rateizzazione delle tasse arretrate per convincere i morosi a onorare i loro debiti con lo Stato. Una cifra identica dovrebbe metterla la stessa Ue sbloccando alcuni fondi per l’occupazione, da dirottare in un piano di investimenti pubblici per creare 300mila posti di lavoro. Gli ultimi 2,5 miliardi possono essere smobilizzati dagli 11,5 fermi nel fondo salva-banche finanziato dalla Troika (Livini, Rep).
Grecia/3 Quarantacinquemila cittadini greci hanno portato soldi all’estero negli ultimi due anni. Il governo Samaras ne ha controllati solo 700, recuperando 300 milioni (ibidem).
Tripoli Cinque, con giubbotti antiproiettile, zainetti e armi, sono entrati all’hotel Corinthia di Tripoli. Hanno fatto esplodere una bomba e poi sono saliti fino al ventiseiesimo piano. Hanno preso un ostaggio, alcuni sono stati circondati e si sono barricati, uno s’è fatto saltare, un altro è riuscito a filarsela. Non è chiaro chi cercassero: forse il premier del governo islamista, Omar al Hassi, che abita al 22°; forse una delegazione Usa o i diplomatici qatarini che alloggiano al 24°; forse i pochi clienti italiani, inglesi, turchi che sono usciti illesi. Al Hasi viene portato al sicuro, gli ascensori bloccati. I terroristi arrivano fino al 21° piano. Si devono barricare in una stanza, forse con ostaggi. Dopo quattro ore di fuoco, due di loro si fanno saltare in aria. Un terzo, dice il capo della sicurezza della capitale libica, Omar Khadrawi, è preso vivo. Khadrawi accusa gruppi «ex gheddafiani» di essere dietro l’attacco. Poi arriva la rivendicazione della «Provincia libica» del Califfato, nuova sigla dell’Isis libico. «Una vendetta» per la morte di Abu Anas al Libi, il terrorista di Al Qaeda catturato nel 2013 in un blitz dalle forze speciali americane a Tripoli e deceduto in carcere a New York. Si contano 11 morti (tra cui un americano, quattro filippini e due dei terroristi) e una quindicina di feriti.
No Tav Ieri nella sentenza contro 53 esponenti del movimento no Tav sono state comminate 47 condanne per un totale di 145 anni di carcere e sei assoluzioni. I fatti risalgono al 27 giugno e 3 luglio 2011, quando negli scontri al cantiere Tav a Chiomonte cifurono 388 feriti(188 agenti, 200 manifestanti), esplosero centinaia di lacrimogeni. I No Tav erano armati di bombe carta, bulloni, fionde, petardi e di catapulte rudimentali. Gli imputati erano accusati di resistenza e lesioni. Le pene vanno da 250 euro di multa a 4 anni e sei mesi di carcere. Provvisionali per 150 mila euro sono state accordate alle parti civili: ministeri dell’Interno, della Difesa, dell’Economia, Ltf (l’azienda titolare dei lavori nel cantiere), i sindacati di polizia e agenti rimasti feriti.
Vannoni Davide Vannoni, uomo simbolo di Stamina, ha chiesto il patteggiamento. Ha concordato con il pm Raffaele Guariniello una pena di un anno e 10 mesi per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di medicinali imperfetti e in modo pericoloso per la salute pubblica. L’accordo prevede niente carcere e niente risarcimenti. Per le famiglie di chi è stato sottoposto a cure con le cellule staminali, sarà necessario avviare una causa civile.
Stranieri Due milioni e 400mila occupati stranieri che lavorano in Italia producono l’8,8% della ricchezza nazionale, pari a circa 123 miliardi di euro l’anno. Gli stranieri rappresentano il 10,8% dei lavoratori totali, con una crescita di 367mila unità rispetto allo stesso periodo del 2010. Quasi la metà della ricchezza prodotta proviene dal settore dei servizi (46,6%) (il 45,8% degli immigrati lavora oggi come domestico o badante). Il secondo settore è quello delle manifatture, con un quinto della ricchezza prodotta dagli stranieri (20,5%), seguono le costruzioni (13,6%), alberghi e ristoranti (8,6%), commercio (7,5%). Ultima, l’agricoltura (3,2%). Un quarto della ricchezza prodotta dagli stranieri si concentra in Lombardia (26,8%). Poi ci sono Lazio (12,8%), Emilia-Romagna (12%) e Veneto (11,1%). Ultime, Basilicata e Molise, dove il contributo alla ricchezza regionale degli immigrati si ferma a quota 0,2%. Sul Pil degli immigrati incidono molto gli imprenditori stranieri, in crescita nonostante la crisi: le loro 497mila imprese contribuiscono con 85 miliardi di euro alla ricchezza nazionale. E guardando ai settori, è il commercio a detenere il record di aziende condotte da immigrati (175mila), seguito da costruzioni (126mila) e servizi (104mila) (Polchi, Rep).
Intolleranza Uno studio di Vox, osservatorio italiano sui diritti, ha analizzato due milioni di tweet per capire come si distribuisce l’intolleranza in Italia. Il dato più eclatante evidenzia come, su un milione e 800mila tweet, 1 milione e 102mila, monitorati tra gennaio e agosto 2014, contenevano termini volgari e offese scurrili contro le donne. Il numero più alto di tweet rilevati trova i suoi picchi in Lombardia, Friuli, Campania, tra il Sud dell’Abruzzo e il Nord della Puglia. Mentre, per l’omofobia, 110 mila tweet hanno avuto come bersaglio gay e lesbiche, assegnando la palma della regione più omofoba alla Lombardia. Il Centro, tra Lazio e Abruzzo, è il più dedito all’antisemitismo (6 mila tweet, ma in un arco di tempo inferiore agli altri). I tweet più razzisti (154.170) si attestano di nuovo in Lombardia, oltre che Friuli e Basilicata. Infine le offese che prendono di mira la disabilità (3.410) si espandono da Nord a Sud , con i soliti picchi in Lombardia, Campania, Abruzzo e Puglia (Colonnello, Sta).
(a cura di Daria Egidi)