27 gennaio 2015
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Biografia di Dominik Paris
• Merano 14 aprile 1989. Sciatore alpino. Specialità: discesa libera e super gigante. Argento in discesa libera ai Mondiali di Schladming nel 2013. Prima vittoria in Coppa nel Mondo in discesa libera a Kitzbühel nel 2013.
• «Mamma Natura gli ha dato forza e piedi sensibili. E questo ragazzo, dopo le prime curve della vita, ci ha messo il resto, capendo che la neve e lo sci potevano cambiare la condizione della sua famiglia (…) Non è nato in una famiglia ricca, con le cattive compagnie era diventato un “bad boy”, beveva e combinava casini nel locali. La redenzione è stata dura, tre mesi isolato in una malga di alta montagna sul passo dello Spluga dove poteva parlare solo con le mucche. E al ritorno ha avuto la fortuna di incontrare persone, come l’attuale responsabile delle prove tecniche Raimund Plancker e il preside del liceo sportivo di Malles, che gli hanno fatto capire che lo sci poteva cambiargli la vita. Dominik ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di metabolizzare quelle parole. E sapeva di avere talento. Scivolava come pochi, aveva la forza di un toro, ma era cicciotto. Nel 2010 a 20 anni fu il più veloce nella discesa della combinata, ma poi si incartò fra i pali dello slalom, 13°. Pesava più di 110 kg, perché tende a ingrassare. Ma piano piano il suo fisico lo ha rimodellato, perdendo ciccia e incrementando i muscoli. La prima vittoria nel dicembre 2013 in discesa a Bormio sulla Stelvio, quindi quella qui a Kitzbuehel che lo lanciò verso l’argento mondiale di Schladming. Doveva essere un’estate dolce dopo questa consacrazione, la soddisfazione di aver comprato casa a mamma, il sogno di una tutta sua. Ma ad aprile in quelle curve della Val d’Ultimo moriva il fratello, un incidente con la moto che Dominik gli aveva regalato. Domme ne parla poco, ma quel lutto è ancora un buco nella sua anima. La speranza che non fosse un peso nella sua carriera veniva subito confermata nel novembre 2013 con la vittoria nella discesa di Lake Louise, in Canada, ma bastava una caduta a dicembre nelle prove della discesa della Val Gardena per mandare all’aria la stagione. La sosta forzata gli ha fatto prendere 4 chili e con quelli addosso addio. Grande discesista, non ingranava proprio con il SuperG: “Soffro le curve strette”, confessava. Immaginatevi la sorpresa quando a novembre si è piazzato terzo in questa specialità a Lake Louise. Un caso? No, la sua prima parte della stagione è stata incredibile: altri due terzi posti, un secondo nel SuperG della Val Gardena, dove il ricordo dell’infortunio dell’anno precedente avrebbe potuto frenarlo» (Pierangelo Molinaro) [Gds 24/1/2015].
• «Uno così nello sci nasce ogni vent’anni» (Karl Schranz, leggenda dello sci austriaco).
• «Mi piaceva stare nella malga, per conto mio. Lì stacchi la mente, vivi in pace... Lo ammetto, dovevo riflettere per trovare la mia strada. Ero scatenato e sempre troppo in giro con gli amici» (a Daniela Cotto) [Sta 21/10/2013].
• «Io sono a mio agio con entrambe le definizioni, sudtirolese e altoatesino. Pensate che quando sono entrato in nazionale, capivo poco l’italiano: ho dovuto impararlo e mi ha aiutato Marsaglia (…) Se non avessi fatto il discesista avrei fatto il cuoco. Mamma mi ha insegnato a far da mangiare, la mia specialità sono i maccheroni ai quattro formaggi» (a Flavio Vanetti) [Cds 27/12/2013].
• Milanista.
• Appassionato di heavy metal, suona la chitarra. «Che musica suona in testa quando si vince la gara più prestigiosa della Coppa del Mondo? “Dura, veloce e ritmica. E nella musica che piace a me c’è tutto quello che trovi in discesa: salti, ripido e tecnica”. Si legge l’entusiasmo negli occhi di Dominik Paris mentre parla della sua passione, l’heavy metal. Il velocista azzurro, 23 anni, vincitore della mitica discesa sulla Streif di Kitzbühel una settimana fa e di quella di Bormio a fine dicembre, si sente nettamente più a suo agio nel raccontare delle sue chitarre che delle imprese sugli sci. La musica metal ha travolto l’altoatesino come una valanga quando aveva 12 anni. L’ha sentita la prima volta in compagnia di alcuni amici. “Vivo per questa musica, per come certi musicisti suonano la chitarra. Non mi interessano tanto i testi, è proprio il ritmo a piacermi”» (Alessia Cruciani) [SportWeek 2/2/2013].