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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

In Olanda l’occhio di falco si guarda le partite da un furgone. Dopo due anni di esperimenti sulla moviola durante le partite arriva il dossier che può cambiare il pallone. Ora manca solo l’ultimo test: la prova sotto stress

Il furgone della rivoluzione se ne sta parcheggiato davanti a uno stadio olandese e aspetta il suo momento. Ora che persino un arbitro italiano ha usato la parola «tecnologia» senza essere incenerito sul colpo forse si può aprire il portellone e vedere cosa c’è dentro.
Il margine di errore
Niente di pericoloso: otto schermi, due tecnici, un auricolare e un videoarbitro. L’uomo in questione non è dotato di poteri soprannaturali, non ha il dono dell’infallibilità ma per dirla come Gijs de Jong, il dirigente della federcalcio oranje a capo del progetto: «Se si può ridurre sostanzialmente il margine di errore perché continuare a girarci dall’altra parte». In teoria a questo punto della discussione si alza sempre un coro di lamento per certificare, senza alcuna prova, che la via del computer è impossibile, che il gioco si snaturerebbe, l’arbitro defraudato del suo potere assoluto varrebbe la metà e in realtà ci si perderebbe in infinite discussioni su ogni azione senza mai arrivare a un punto fermo. Una sfilza di condizionali per fermare il futuro. A temere gli effetti collaterali ci sono tifosi, giocatori, persino il presidente dell’Uefa Michel Platini. A smentire le ansie c’è il camioncino. Questa maxi moviola a quattro ruote ha già monitorato 32 partite della Eredivisie e sforna dati veri: le situazioni contraddittorie in una partita sono tre o quattro, per rivedere e valutare le immagini ci vogliono meno di 20 secondi e l’ultimo giudice resta il fischietto in campo. Da quelle parti hanno già dato il via libera alla tecnologia di porta e la sperimentazione ormai vola altissima.
Come funziona
Il protocollo prende in considerazione casi da espulsione, ogni genere di gol annullato, fuorigioco che coincidono con chiare occasioni da gol, rigori. Il video arbitro vede l’azione in tempo reale, chiede al tecnico di mostrargli le angolazioni che ritiene migliori, controlla replay e fermi immagine e al momento si limita a registrare la chiamata. In un’ipotesi di evoluzione darà il suo parere all’arbitro di campo in tempo reale. Il fascicolo con le prove fatte fino a qui arriverà sul tavolo del Board che stabilisce le regole del calcio a fine febbraio e a fine stagione potrebbe già esserci un voto per capire se la rivoluzione è praticabile. E in ogni caso starà poi alle varie federazioni stabilire se, come e in quale parte utilizzarla.
La tenuta psicologica
Al dossier manca un fondamentale tassello, «la prova sotto stress». Il tempismo del videoarbitro coinvolto davvero nella gestione di un match e la tenuta psicologica del collega che ha in mano la partita. Danny Makkelie, uno di quelli che hanno assaggiato la nuova frontiera, spiega: «Credete che l’arbitro diventi debole perché qualcuno lo aiuta? Quanto forte è dopo un errore che ormai diventa istantaneamente pubblico? Come avrebbe fatto l’arbitro della finale mondiale 2006 a tenere la partita se non gli avessero detto che Zidane era da rosso? E quanto abbiamo parlato della mancata espulsione della finale mondiale 2010?». La novità è che queste domande potrebbero anche non essere più retoriche. Basta avere il coraggio di aprire il furgone.