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 2015  gennaio 27 Martedì calendario

«Schettino? Un incauto idiota. Uno sciagurato, protagonista di un’ingiustificabile fuga. Uno che non ha mai chiesto scusa per i 32 morti. Uno che si merita 26 di reclusione per naufragio colposo, omicidio e lesioni plurimo colposi, abbandono della nave e di persone disabili». Ecco chi è l’ex capitano della Concordia secondo il mm Maria Navarro

Un «incauto idiota». Uno «sciagurato, protagonista di un’ingiustificabile e ignominiosa fuga». Uno che «non merita attenuanti e sconti di pena». Uno che «non ha mai chiesto scusa per i 32 morti» oltre che i 5 miliardi di danni.
Uno che merita 26 anni di reclusione – per naufragio colposo, omicidio e lesioni plurimo colposi, abbandono della nave e di persone disabili – più l’arresto immediato per 3 mesi per mancata comunicazione alle autorità marittime, più ancora la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari o il ritiro del passaporto già al primo grado in caso di condanna. Più l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per 5 anni dai titoli professionali marittimi.
La procura di Grosseto, insomma, non ha dubbi: «Dio abbia pietà di Schettino, noi non possiamo averne». Il Teatro moderno che da due anni si è trasformato in aula di tribunale è mezzo vuoto. È assente anche l’ex comandante della Costa Costa Concordia, l’eco dunque è ancora più amplificata.
Le parole con cui la pm Maria Navarro motiva la richiesta della pena vibrano nell’aria e scuotono i presenti. Perché la sollecitazione di un verdetto severo era nell’aria – a 22 anni aveva accennato l’ex procuratore capo ora in pensione Francesco Verusio – ma non si pensava di più, né era stato ventilata l’ipotesi di una restrizione della libertà prima del terzo grado di giudizio.
Il difensore di Schettino, Donato Laino, non riesce a trattenere l’irritazione. Borbotta, si alza indispettito, si toglie la toga ed esce dall’aula per inveire «contro una richiesta assurda. Si arrampicano sugli specchi», dice. «Quasi l’ergastolo, manco Pacciani. Sulla pena avevamo delle avvisaglie. Ma il fatto che a distanza di tre anni si vada a chiedere l’arresto dopo che nel 2012 la Cassazione ha respinto la stessa richiesta degli stessi pm è la ciliegina sulla torta».
Poi parla al telefono con il capitano Schettino che si indigna e insiste sulla sua innocenza. Tutt’intorno è un rincorrersi di telecamere e microfoni. Dichiarazioni, commenti, spiegazioni.
I 26 anni richiesti hanno il loro peso. Ma è la stessa pm Navarro a precisare che «non è una pena esagerata». E prima di lei, i suoi colleghi Stefano Pizza e Alessandro Leopizzi (quest’ultimo nella requisitoria di venerdì scorso) incalzano contro l’imputato. Per Leopizzi «i 32 morti sono morti a causa della gestione vigliacca dell’emergenza, non per la collisione». E Pizza insiste: «l’ex comandante si sentiva bravo e invece ha provocato una situazione di pericolo e un danno. Ha sommato all’ottimismo la sopravvalutazione delle proprie capacità».
In realtà la procura poteva chiedere 30 anni, ma non gli ha attribuito il massimo della pena per l’abbandono nave. Però la continuazione nei reati tra colposo (omicidio e lesioni plurime, naufragio) e doloso (abbandono nave e falsa comunicazione alle autorità marittime) ha portato ad amplificare la richiesta: 14 anni per omicidio e lesioni, 9 anni per naufragio, 3 anni per l’abbandono e 3 mesi per le false comunicazioni. Nessuna considerazione sul fatto che Schettino sia incensurato: «il giudizio non è positivo circa la capacità di delinquere, per fare l’inchino all’isola, per fare una bravata per gli amici è passato a pelo di scoglio al Giglio». In altri termini: «Futili motivi che ne fanno l’unico responsabile del naufragio della Concordia».
La pasionaria degli avvocati di parte civile, Michelina Suriano, chiosa: «La richiesta della procura è congruamente giustificata momento per momento e conferma la condotta scellerata di Schettino».
Contro di lui, peraltro, non tirerà aria buona neppure nell’eventuale appello. La prova è la presenza in aula del presidente della Corte d’Appello di Firenze Tindari Baglione. Seduto due file dietro ai tre pm, accanto a Verusio, sentenzia: «Si poteva chiedere un po’ di più, non di meno. Aderisco pienamente alla linea della procura di Grosseto».