la Repubblica, 27 gennaio 2015
Dalla Germania un sondaggio shock: l’81% dei tedeschi vuole dimenticare la Shoah e il 36% non ha un’opinione positiva dello Stato ebraico
Ricorre oggi la Giornata della Memoria, anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata rossa. Ultimo incontro del ricordo per i sopravvissuti: ovvio, gli resta pochissimo da vivere alla loro età. Ma i tedeschi quanto vogliono ricordare il loro crimine contro l’umanità che Karol Wojtyla definì “Il male assoluto”? Sempre meno: 81 su cento desiderano lasciarsi la Memoria alle spalle. Lo rivela un sondaggio della Fondazione Bertelsmann. E ben 58 su cento sperano che di Shoah non si parli più, che la Nazione riunificata 25 anni fa grazie alla rivoluzione polacca, al riarmo americano, a Gorbaciov, dimentichi con un “Schlussstrich”, tratto di penna da maestro che cancella gli errori.
Dati allarmanti, cui ieri l’autorevole Sueddeutsche Zeitung e poche ore prima il quotidiano conservatore Bild dedicavano grandi titoli in prima pagina. I dati coincidono con un presente in cui i nuovi nazionalisti xenofobi di Pegida riempiono le piazze, soprattutto all’est, il nuovo partito euroscettico Alternative fuer Deutschland è realtà stabile. Già dal 1949, l’anno in cui il primo cancelliere liberamente eletto, il democristiano Konrad Adenauer, e il capo dell’opposizione Spd Kurt Schumacher, fondarono la Repubblica federale col Grundgesetz, la costituzione pacifista scritta su consiglio britannico, i liberali (Fdp) rifugio di alcuni ex nazisti, chiesero «uno stop alla denazificazione».
Si salvano i giovani: tra loro cresce dal 20 al 38 per cento la percentuale secondo cui la Shoah è rilevante per il presente. Ma i tedeschi con un’opinione positiva dello Stato d’Israele sono appena il 36 per cento. Dopo il duplice schiaffo di scelte della Bce e voto greco, si risveglia la certezza da differenza genetica, fin da Fichte, Kant, Hegel e Weber, d’essere migliori del resto del mondo. Das deutsche Wesen soll die Welt genesen, lo spirito tedesco deve guarire il mondo, si pensava qui alla vigilia della prima guerra mondiale.