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 2015  gennaio 26 Lunedì calendario

Il vero pericolo della Corea si nasconde dietro Topolino. Individualista e ribelle, insofferente ad ogni vincolo burocratico, generoso e tenace, scanzonato e beffardo Mickey Mouse è è uno spirito libero. Ovvero un nemico delle dittature

Erano i primi di maggio del 2001, quando il figlio maggiore di Kim Jong-Il – allora leader della Corea del Nord – fu fermato a Tokyo. Aveva un passaporto dominicano, un nome falso e una missione, che rivelò agli sgomenti funzionari nipponici: «Voglio andare a Disneyland». Questa storia – che contribuì a far deragliare Kim Jong-Nam dalla linea di successione – ha forse insegnato poco all’attuale presidente di Pyongyang, Kim Jong-Un. Che – secondo il Christian Science Monitor – ha deciso di aprire le porte della Corea del Nord a Topolino. Certo, per Kim non è una novità assoluta. Già nel luglio 2012, la tv di Stato mandò in onda un curioso spettacolo di musica – ad assistere al quale c’erano tutti i rappresentanti del regime – che vide apparire tra i protagonisti Topolino e Minnie, mentre sui maxischermi passavano fotogrammi di Winnie The Pooh e Biancaneve. Ma allargare le maglie per permettere a tutti i nordcoreani di conoscerlo significa sottovalutare il topo più famoso del pianeta. 
   Secondo il filosofo Giulio Giorello, che gli ha dedicato un saggio, Topolino è tra i pensatori più provocatori del Novecento, uno che «per spregiudicatezza non ha nulla da invidiare a Russell, Lévi-Strauss o Feyerabend». «Individualista e ribelle, insofferente di ogni vincolo burocratico, generoso e tenace, scanzonato e beffardo», Topolino, spiegava ancora Giorello, «è uno spirito libero»: il contrario di quanto un dittatore possa sperare per i suoi sudditi. In Topolino ci si identifica: si sogna di aiutarlo a risolvere enigmi, lo si segue lungo le strade della curiosità, ci si perde a Topolinia con Basettoni e Pippo. 
    E la bugia, spacciata ai bimbi nordcoreani, secondo cui a inventare Mickey Mouse sarebbero stati i cinesi e non i «nemici» americani durerà il tempo di una storia a fumetti: quello che era servito al fratello di Kim per cercare, proprio a Disneyland, una porta per la libertà.