Corriere della Sera, 26 gennaio 2015
Il papà del giapponese decapitato chiede scusa per i problemi causati dal figlio. Intanto Tokyo tratta per l’altro ostaggio
I familiari degli ostaggi giapponesi in mano all’Isis si scusano per il fastidio creato, pregano. E alcuni sperano che in questo mercato di essere umani si trovi l’accordo sul prezzo per strappare ai carcerieri jihadisti Kenji Goto Jogo, il giornalista nipponico vittima della nuova sfida e comparso nell’ultimo video.
Ieri il premier Shinzo Abe ha spiegato che la risposta sarà trovata in coordinamento con la Giordania. Frase che fa pensare ad una trattativa condotta anche con l’aiuto dei servizi giordani.
Un coinvolgimento determinato da 3 elementi: 1) I militanti chiedono in cambio del reporter il rilascio della terrorista Sajida al Rishawi, una donna detenuta proprio in Giordania. 2) L’intelligence del regno ha buoni agganci attraverso i suoi uomini e i clan tribali. 3) La Giordania ha già un canale aperto con i jihadisti per ottenere la liberazione di un suo pilota da caccia.
L’insieme di questi elementi potrebbe favorire un negoziato riservato. Formalmente la posizione di Tokyo non è mutata – non si cede ai ricatti – però le fonti governative hanno ribadito che la priorità è di garantire la vita dell’ostaggio. Ed è chiaro che il premier ne ha parlato sabato con il re giordano Abdallah nel corso di un colloquio telefonico. La richiesta dell’Isis di riavere Sanjia è una mossa abile perché, se ha successo, ha un ritorno propagandistico significativo visto il passato della donna, coinvolta in un attentato di Al Zarkawi in Giordania nel 2005.
Al tempo stesso offre un gancio alla controparte. Tokyo può lasciare fare ai giordani e in questo modo si piegherebbe, solo in modo indiretto, al diktat degli amici del Califfo. Per il momento, l’Isis non ha fissato un altro ultimatum, particolare importante in quanto toglie pressione, anche se i terroristi sono capaci di cambiare idea.
Nell’attesa ha certamente colpito il comportamento delle famiglie degli ostaggi. Shoiki Yukawa si è augurato che la notizia della decapitazione del figlio non sia vera, anche se la radio dell’Isis, nella serata di domenica, ha confermato l’esecuzione. L’uomo, che è apparso in televisione senza mostrare il suo volto, ha espresso tutto il proprio disagio al punto di «scusarsi per tutti i problemi creati al mondo». Affermazione simile a quella di Junko Ishido, la madre del giornalista, anche lei protagonista di un commovente appello rivolto ai responsabili del sequestro.