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 2015  gennaio 26 Lunedì calendario

Atene, il cavallo di Troia del Cremlino. Ecco perché, anche se la Grecia dovesse uscire dall’euro non verrà lasciata sola

Nel 2007, quando già Vladimir Putin addentava l’Abkhazia per strapparla alla Georgia, l’Ue pensò bene di piazzare dei suoi osservatori proprio ai confini abkhazi, là dove fibrillava la secessione filorussa. Era un modo per tener d’occhio l’orso di Mosca, di avvertirlo che le sue zampate non potevano avere via libera ovunque. Ma non se ne fece nulla: 
fra i Paesi Ue chiamati a decidere, ve ne fu uno che bloccò la decisione coprendo politicamente Mosca. Era la Grecia, che forse confermò la verità di un antico soprannome: «Atene cavallo di Troia del Cremlino». Dietro quel soprannome c’erano radici comuni culturali e religiose (il cristianesimo ortodosso), linguistiche (l’alfabeto cirillico) e altre ben più concrete, geostrategiche. Stanno lì, sul mappamondo: il mar Egeo è da sempre vitale per il passaggio delle navi dal mar Nero al Mediterraneo, e allo stretto di Gibilterra, e all’oceano Atlantico. Navi da sbarco, sommergibili, fregate, corazzate che rispondono agli ordini di Putin solcano continuamente quelle acque: e senza che mai nessuno lo dica a voce alta, offrono anche un argine a quella che Atene considera la vera potenziale minaccia di sempre nei suoi mari, la flotta turca. In tutte le sue contese con la Turchia, Atene ha sempre avuto il sostegno diplomatico di Mosca. Ma Atene ha anche sempre sostenuto Mosca, in tutti i momenti di tensione con l’Ue: a cominciare dalla tempesta sulle sanzioni antirusse. Poi, ci sono le ragioni economiche: circa tre quarti del gas naturale e del petrolio di cui Atene ha bisogno vengono dalla Russia. E così circa un quarto degli armamenti. 
E se le banche elleniche e cipriote, 3 anni fa sull’orlo del fallimento, respirano ancora, lo devono ai prestiti di Putin non meno che a quelli dell’Ue, della Banca centrale europea o del Fondo monetario internazionale. Il «cavallo di Troia del Cremlino», non sarà dunque lasciato solo, se mai un giorno Tsipras sbatterà le porte dell’eurozona. Ieri come 200 anni fa il Cremlino, questo Cremlino, ha buona memoria anche per i piccoli e piccolissimi gesti d’affetto.