Fior da fiore, 26 gennaio 2015
In Grecia vince la sinistra radicale di Alexis Tsipras • Breve ritratto di Tsipras • Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, invita la Grecia a rispettare gli impegni • Sedici morti in Egitto • Renzi ai ferri corti coi magistrati
Tsipras 1 Syriza, il partito della sinistra radicale di Alexis Tsipras, a un passo dalla maggioranza assoluta nelle elezioni politiche in Grecia: con il 92,6% delle schede scrutinate, ha 149 seggi su 300. Le percentuali: Syriza è al 36,3%, i conservatori di Nuova democrazia al 27,9% con 76 seggi. Il partito di estrema destra Alba Dorata ha il 6,3%, pari a 17 seggi. Stesso numero di parlamentari per i centristi di To Potami, al 6%. I comunisti del Kke sono al 5,5% (15 seggi), i socialisti del Pasok al 4,7% (13 seggi). Così anche i Greci indipendenti: 4,7% e 13 seggi. Tsipras alla folla che sventola bandiere rosse in piazza Propilia: «Oggi ha vinto la speranza, la dignità, la democrazia, la gente normale, i lavoratori e gli studenti. A perdere è stata l’aristocrazia e la corruzione. Basta austerità, paura, autoritarismo, umiliazioni. Si volta pagina. Il memorandum dei sacrifici è stracciato. La troika fa parte del passato». Entro marzo, «Atene dovrebbe spendere più o meno 4 miliardi per gli interessi sul debito e contemporaneamente riceverne 7. Per rilasciare l’ennesimo prestito, però, la troika (Bce, Fmi e Commissione Ue) aveva chiesto al governo uscente altri 2,5 miliardi di spending review e nuove tasse. Tsipras farà tutto il contrario. Arriverà a fine febbraio avendo speso e non risparmiato. Gli servono soldi per assumere centinaia di migliaia di dipendenti pubblici. Tsipras considererà morta la troika, ma questa tiene il cordone della borsa. Il neopremier ha qualche fortuna perché una misura come ripristinare la tredicesima costerà 0,5 miliardi, ma solo a Natale. In pochi mesi però deve trovare 2 miliardi per i sussidi ai disoccupati, l’elettricità calmierata e i buoni pasto che ha promesso. Altri miliardi per rilanciare l’economia dovrebbero arrivare da una riforma fiscale che risparmi la classe media per colpire i grandi patrimoni. Antonis Samaras, leader di Nuova democrazia, rivendica le proprie scelte e non smette di pungere il rivale. “Abbiamo ereditato un Paese in fiamme e abbiamo spento l’incendio. Abbiamo posto le basi per uscire dalla crisi. Consegno un Paese senza deficit e dentro l’Unione Europea. Spero di sbagliarmi, ma prevedo una catastrofe economica a causa del prossimo governo”» (A.Ni., Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Tsipras 2 «A guardarlo non pare un rivoluzionario, semmai un radical chic. Un po’ di gommina sui capelli, golf e giubbotti Burberry. La cravatta mai, come un feticcio al contrario. L’ha anche promesso: «Ne metterò una solo alla cerimonia per la cancellazione del debito pubblico». Una cravatta per 320 miliardi sarebbe un affare, certo più conveniente del suo unico vizio conosciuto, il parrucchiere in piazza Kolonaki, la più chic di Atene, dove taglio e shampoo costano 60 euro [...]. Tsipras ha 40 anni, è ingegnere civile con master in urbanistica. Scuole pubbliche, laiche e solo greche. Inglese imparato da adulto, non ancora fluido, nonostante i corsi intensivi dell’ultimo anno. Anche il padre era ingegnere, imprenditore edile. C’è qualche chiacchiera su di lui perché riusciva a lavorare anche con il regime dei colonnelli. Si è parlato di una zia di Alexis sposata al numero due della dittatura. «Famiglia progressista — taglia corto Alexis — certamente non comunista». Uno che non ha mai lavorato in vita sua, che fa il rivoluzionario con i soldi di papà, lo accusano gli avversari. Dora Antoniu, giornalista di Kathimerini , sostiene che Alexis sia una sorta di replicante. «Gesticola e si muove come il vecchio Papandreu (l’ex onnipotente leader dei socialisti greci degli anni 70, ndr ). Pian piano ha imparato persino ad usare il suo tono di voce». Per tanti elettori centristi umiliati dalla Crisi essere un «nuovo Papandreu» non è un insulto, ma un complimento. Al contrario, per l’anima di sinistra-sinistra di Syriza suona terribile» (Nicastro, Cds).
Tsipras 3 Tsipras ha una cimpagna, Peristera Batziana, che lui chiama affettuosamente Betty e che ha conosciuto nel 1987. Insieme da vent’anni, la coppia non è sposata e ha due figli, Febo Paolo e Orfeo Ernesto, chiamato così in onore di Che Guevara. La Batziana è nota per il suo carattere schivo, i suoi modi semplici e il suo impegno a favore delle donne e della giustizia sociale. (M. Ott., Sta)
Bundesbank Reazione di Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, dopo la vittoria di Tsipras: «Spero che il nuovo governo non metta in discussione ciò che ci si aspetta e ciò che è già stato ottenuto. È decisivo che le finanze pubbliche greche siano stabili nel lungo termine e, dal momento che questo non è il caso, un taglio del debito darebbe solo una breve pausa di respiro».
Tedeschi Il 68% dei tedeschi che dice di essere contrario a una riduzione del debito alla Grecia e con il 61% che ritiene che Atene debba uscire dall’euro se non rispetta gli impegni presi.
Egitto «Il quarto anniversario della cacciata del raìs Hosni Mubarak è stato il giorno più sanguinoso per l’Egitto da quando il feldmaresciallo Abdel Fattah al Sisi è stato eletto presidente lo scorso giugno. Esercito, polizia e corpi speciali anti-sommossa hanno usato la mano dura contro i due fronti, i superstiti islamisti della Fratellanza musulmana e gli attivisti liberali, la sinistra laica, i ragazzi del movimento 6 aprile, messi adesso fuorilegge, scesi in piazza contro un potere che non sembra diverso da quello di Mubarak e dal breve “regno” dell’islamista Mohammed Morsi: uno stato di polizia, dove ogni forma di dissenso viene repressa nella violenza. Sedici morti, quattordici manifestanti e due agenti, decine e decine di feriti, sono il bilancio delle battaglie nelle strade della capitale egiziana e di Alessandria, dove si sono concentrate le proteste. Bombe sono esplose dei distretti a nord di Giza. Gli uomini del ministero degli Interni e i militari schierati nelle strade hanno sparato senza risparmio lacrimogeni asfissianti, pallottole vere e quelle di gomma, ma con l’anima d’acciaio. Queste hanno ucciso sabato al Cairo Shaimaa el Sabagh, una giovane mamma attivista del partito di sinistra Alleanza sociale, che partecipava a una manifestazione in ricordo dei caduti di Piazza Tahrir nel 2011. Le immagini di un fotografo della Reuters hanno fermato quegli attimi drammatici in Piazza Talat Harb, a meno di cento metri alla grande e ampia Tahrir. Shaimaa sta correndo con altri colleghi di partito, in mano hanno cartelli che chiedono “Pane, libertà e giustizia sociale”, lo slogan principale della rivolta nel 2011. Nell’immagine successiva è già in terra, un compagno di partito si ferma per rialzarla, la tira su e l’abbraccia. Sanguina. E’ stata colpita da due pallottole di gomma rinforzata sparate dagli agenti schierati su un lato della piazza. [...] La sequenza è stata diffusa ieri dal partito dove militava questa giovane mamma di Alessandria» (Scuto, Rep).
Magistrati Nuovo capitolo dello scontro tra Renzi e i magistrati. Di mezzo, ancora le ferie tagliate dal premier. Sabato il Pg Marcello Maddalena critica Renzi e a Repubblica conferma: «Si ispira a Napoleon della Fattoria degli animali che voleva far lavorare tutti di più fino a crepare». Il nervosismo del premier cova nella notte ed esplode domenica mattina con una serie di messaggi su Facebook: «Italia patria del diritto prima che delle ferie». «La memoria dei magistrati uccisi da terrorismo e mafia ci impone di essere seri. Non vogliamo “far crepare di lavoro” nessuno, ma vogliamo una giustizia veloce». «Trovo ridicolo che sei hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno la reazione sia “il premier ci vuol far crepare di lavoro”». «Bisogna valorizzare i giudici bravi, basta allo strapotere delle correnti».
(a cura di Roberta Mercuri)