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 2015  gennaio 25 Domenica calendario

La Grecia va alle urne • Decapitato un ostaggio giapponese • Secondo i magistrati la mafia ha occupato il Nord • Dell’Utri in carcere ha perso dodici chili • Un terzo degli italiani teme gli stranieri • Il medico ammazzato a Mentana

 

Grecia «[...] La Grecia va oggi alle urne per un voto che farà sentire i suoi effetti ben oltre i confini ellenici. Alexis Tsipras, numero uno di Syriza e grande favorito per la vittoria, è stato chiaro: «Una nostro successo segnerà la fine dell’austerità non solo sotto il Partenone ma in tutto il Vecchio Continente», ha ribadito sulle note di Bella Ciao assieme all’alleato Pablo Iglesias, leader di Podemos. Cinque anni di crisi e dodici finanziarie imposte dalla Troika in cambio di 240 miliardi di prestiti hanno messo in ginocchio il paese. E il 40enne leader del partito — cresciuto dal 4,9% dei consensi nel 2009 al 36% di cui è accreditato oggi — è pronto a chiedere il conto: un taglio del debito («almeno del 50%», si dice dentro Syriza) per consentire all’economia di ripartire e creare lavoro. «La speranza — dice — deve prendere il posto della paura». Il premier Antonis Samaras, leader del centrodestra di Nea Demokratia (Nd) e secondo nei sondaggi con un distacco di cinque punti, è di tutt’altro parere: «La scelta oggi è tra l’Europa e il caos». Cosa intenda per caos lo dice bene l’ultimo spot elettorale del centrodestra. Un rullo ansiogeno di date e immagini che prefigura un tragico crescendo di eventi: il fallimento dei negoziati con la Troika, la fuga di capitali e nuovi tagli agli stipendi, incidenti di piazza, bancomat chiusi e pompe senza benzina. Fino al default, fissato per maggio. La parola passa da oggi dalle forzature elettorali ai fatti. E i destini del paese saranno scritti da un Parlamento in cui dovrebbero entrare da 6 a 8 formazioni e in cui i nazionalisti di Alba Dorata potrebbero essere la terza forza. Il primo nodo da sciogliere, dando per scontata la vittoria di Syriza, è se Tsipras riuscirà ad avere la maggioranza assoluta. Raggiungibile, secondo gli esperti, se arriverà al 37% circa dei voti grazie al bonus di 50 seggi che spetta al primo partito. In quel caso formerebbe il governo in pochissime ore e potrebbe presentarsi al tavolo delle trattative («con Europa, Bce e Fmi — precisa lui — non con la Troika che non riconosco») con un mandato molto forte. E lì, sono convinti a Syriza, i falchi del rigore faranno concessione per salvare la moneta unica. Le cose saranno più complesse se non avrà il 50% dei seggi. A quel punto dovrà cercare alleati (forse il centro liberale di To Potami o i nazionalisti di Indipendenti Greci) abbassando, con grande soddisfazione della Troika, la soglia delle sue pretese». (e. l., Rep) [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Isis In un video diffuso dall’Isis, che pretendeva 200 milioni di dollari dal premier giapponese Shinzo Abe in cambio del rilascio di due ostaggi giapponesi, si vede il 42enne Haruna Yukawa inginocchiato con la tunica arancione. Poi giace a terra, l’erba rada intrisa di sangue, la testa tagliata e appoggiata sul corpo. L’altro ostaggio giapponese, il 47enne Kenji Goto, giornalista freelance, accusa Abe della morte del connazionale e lo considera eventualmente responsabile della propria, che a suo dire sarebbe imminente: «Non hai preso sul serio le condizioni poste dei miei carcerieri e ora ne paghi le conseguenze». Ma aggiunge: «Questa volta è più semplice. Non devi pagare alcuna somma di denaro. Devi invece far liberare nostra sorella Sajida al-Rishawi. È uno scambio facile, elementare, la sua liberazione per la mia liberazione immediata». Il riferimento è alla donna kamikaze componente del commando qaedista che nel 2005 si fece saltare in aria in alcuni grandi alberghi nella capitale giordana, causando quasi 80 morti e centinaia di feriti. Sajida però non morì, non è chiaro ancora oggi se ebbe paura, o il suo giubbotto esplosivo non funzionò. Da allora è chiusa nel carcere di massima sicurezza giordano.

Magistrati I magistrati, aprendo l’anno giudiziario nelle grandi città, denunciano l’incombere di mafia e corruzione. Giovanni Canzio, il presidente della Corte d’Appello di Milano, dice che la ‘ndrangheta «sta occupando il Nord» e che non si tratta di una «mera infiltrazione, ma di un’interazione-occupazione nel tessuto dell’economia, della società e delle stesse istituzioni». Canzio parla di «un’opera distruttiva come le metastasi di un cancro».

Dell’Utri L’avvocato Giuseppe Di Peri dice che Marcello Dell’Utri, il fondatore di Forza Italia condannato per concorso esterno alla mafia rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Parma, «sta davvero male, molto peggio di quando nel maggio 2014 l’hanno rinchiuso senza una ragione in un carcere diverso da Rebibbia dove l’ex senatore si sarebbe presentato spontaneamente se gliene avessero lasciato il tempo...». Il fratello Alberto Dell’Utri invoca è il trasferimento di Marcello, che in carcere ha perso dodici chili, a Roma: «Per lo Stato non cambierebbe nulla. Per noi tutto. E, invece, eccoci diretti a Parma. Lo chiamano istituto di pena, ma è una pena pure per i familiari. File e turni a non finire. Poi finalmente arriva lui e sembra una larva. Non mangia, soffre, anche se a noi ripete “coraggio”. Ha la tv, ma sta in una gabbia all’interno della cella. Lui preferisce leggere. Ha dei libri. E centinaia di lettere, forse più di mille arrivate anche da sconosciuti per solidarietà. E lui scrive, scrive. Risponde a tutti» (Cavallaro, Cds).

Stranieri Dopo gli attacchi terroristici di Parigi, la paura dello straniero, in Italia, è lievemente aumentata. Secondo i dati dell’Atlante Politico di Demos, riguarda circa un terzo delle persone. Allo stesso tempo, è cresciuta in misura limitata la quota di coloro che vedono nell’immigrazione una concorrenza per l’occupazione (36%) e una minaccia per la nostra identità culturale e la nostra religione (30%). Sono gli elettori dei partiti di centro-destra ad esprimere le maggiori preoccupazioni, che risultano invece molto più ridotte a sinistra e centrosinistra. (Biorcio e Bordignon, Rep)

Delitto Lucio Giacomoni, 71 anni. Medico in pensione di Mentana, piccolo comune alle porte di Roma, molto conosciuto nel paese anche per il suo attivismo politico (ex socialista ed ex radicale), separato, sette figli. Ritrovato senza vita nel bagno della sua villa di campagna di via Mattonata, intorno alla mezzanotte di venerdì. Sdraiato a terra, il volto pieno di lividi, vittima di un feroce pestaggio. Secondo gli investigatori, si tratterebbe di una rapina finita male.

(a cura di Roberta Mercuri)