La Stampa, 23 gennaio 2015
Camila Giorgi, una ragazzina contro la regina del tennis. Domani l’italiana incontrerà Venus agli ottavi. «La Williams favorita? Vedremo... Il tennis femminile non lo guardo mai in tv. Non mi interessa». Preparatevi ad un big-bang
La Gigantessa e la bambina non si tengono per mano. Non si sono mai incontrate, si studiano da lontano. Per mettere i suoi piedi svelti negli ottavi degli Australian Open, mentre in Italia la notte ballerà con l’alba, Camila Giorgi dovrà scavalcare un monumento del tennis, Venus Williams. La prima Regina Nera dell’Era Open del tennis, 11 settimane da n.1 e sette titoli dello Slam (5 Wimbledon) in bella vista nella casa di Palm Beach Gardens che ha arredato da sola, perché Venere, 35 anni a luglio, ha una vita molto più larga di un rettangolo bianco. Stilista, disegnatrice d’interni, business woman («sto seguendo un Master in economia, odio fare i conti ma mi piace tenerli sotto controllo»), profetessa e agit-prop del circuito rosa. «Venus ha sempre avuto qualcosa di regale», spiega sister Serena. «Si è battuta per i diritti dei neri e di noi donne in Dubai, ha lottato per la parità di montepremi a Wimbledon. Io sono venuta dopo, la fatica grossa l’ha fatta lei». Nel 2011 a Venus è stata diagnosticata la sindrome di Sjogren, malattia autoimmune che spesso la lascia sfibrata, a volte incapace di uscire dalla macchina parcheggiata sotto casa. È diventata vegana, dopo un paio di stagioni da reliquia è risorta da n.70 a 18, quest’anno ha vinto 7 partite di fila e il suo 46° titolo della carriera ad Auckland.
Un totem, ma difficilissimo da abbattere. «Se mi ricordo qualche sua finale?», si chiede fra l’ingenuo e l’impunito Camila, che al 2° turno ha liquidato in due set la Smitkova more solito, sparando ogni colpo come se non ci fosse mai un domani. «No, perché da piccola seguivo solo Sampras, Agassi, Rafter. Il tennis femminile non lo guardo mai in tv. Non mi interessa». Camila pensa poco («Venus favorita? Vedremo...») e va veloce. Sfoggia un tennis ancora più shocking dei suoi vestitini cortissimi, incantevoli – lilla, verde acqua, pizzo bianco – disegnati da mammà, e si fida ciecamente di papà Sergio, zazzera alla Einstein, ex combattente nella guerra delle Falkland, straordinario tipo che se ne infischia assai di chi lo accusa di aver seminato debiti per sfamare il suo sogno, e ancora più delle avversarie della figlia. «Camila batterà Venus: perché è più forte – assicura – E entrerà nelle top-ten».
Numero trentatre
Da qualche mese Camila si allena a Tirrenia, al centro tecnico della Fit, anche se per Giorgi senior la figlia non avrà mai bisogno di un altro coach al di fuori di lui: «Tutti quelli che l’hanno avvicinata non dicevano niente che non potessi dirle anch’io». Parlava così anche Richard Williams, l’uomo che ha progettato le due Pantere – anche se poi di nascosto le faceva allenare da Rick Macci. Superato in autunno un problema alla spalla Camila comunque nell’ultimo anno sembra maturata. Sempre spericolata, un filo più consapevole. Più pronta. È salita al n.33 del ranking, a 23 anni ha già battuto 14 top-20 ma non ha mai vinto un torneo. Sa come schiantare le big (vedi la Wozniacki nel 2013 agli Us Open) ma spesso inciampa sugli ostacoli minori. Venus, a questo punto del torneo, è la sfida perfetta per capire che limiti ha il suo futuro. «Dovrò stare attenta a Camila – ammette la Williams – è una che alza il livello a seconda di chi si trova davanti». Preparatevi ad un big-bang.