il Fatto Quotidiano, 23 gennaio 2015
Quant’è difficile fare l’arbitro a Cipro. Minacce che diventano bombe, esplosioni di macchine e appartamenti, arresti, scioperi. L’escalation di violenza nei confronti della classe arbitrale, precipitata in un vortice di corruzione nel giro del calcioscommesse globale, ha portato domenica al tentato omicidio della madre di un arbitro, cui è immediatamente seguita lunedì la decisione delle giacchette nere di indire uno sciopero per questo fine settimana
Minacce che diventano bombe, esplosioni di macchine e appartamenti, arresti, scioperi. Tutto questo accade a Cipro, dove l’escalation di violenza nei confronti della classe arbitrale, precipitata in un vortice di corruzione nel giro del calcioscommesse globale, ha portato domenica al tentato omicidio della madre di un arbitro, cui è immediatamente seguita lunedì la decisione delle giacchette nere di indire uno sciopero per questo fine settimana.
Di conseguenza, è arrivato ieri il comunicato della Federcalcio locale che annuncia che tutto il calcio cipriota – dalla massima serie fino ai campionati giovanili – si fermerà “almeno” fino a lunedì 26 gennaio, e le partite in programma da domani saranno posposte “almeno” di una settimana. L’ultimo episodio, quello che ha determinato lo sciopero e la sospensione del campionato, è accaduto domenica sera poco dopo mezzanotte, quando una bomba artigianale ma ad alto potenziale, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è esplosa davanti all’ingresso della villa del quartiere di Limassol dove abita la madre del discusso arbitro Thomas Mouskos. La signora, 60 anni, che dormiva al piano di sopra, è rimasta illesa mentre buona parte dell’ingresso dell’abitazione è stato sventrato. Questa è la quarta aggressione che si registra alla classe arbitrale cipriota nell’ultimo anno. A febbraio una bomba era esplosa facendo saltare in aria la macchina dell’arbitro internazionale Leontios Trattos nel parcheggio antistante la sua abitazione a Nicosia. Anche allora il calcio cipriota si fermò per una settimana. A maggio addosso a Mouskos fu gettato un ordigno rudimentale, che fortunatamente non esplose. Mentre a ottobre una bomba è esplosa nella sede dell’associazione arbitri a Nicosia, senza fare vittime.
Poi l’ultimo episodio, con l’attentato a casa della madre di Mouskos, il cui appartamento a Ypsonas è invece da diverse settimane sotto protezione delle forze dell’ordine, dopo che l’arbitro il 12 gennaio scorso ha diretto (con un’espulsione e un rigore assegnato nei primi 20 minuti) il controverso match tra Apollon e Othellos, terminato 2-2. Una partita che a molti è sembrata combinata, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni di un altro arbitro, Marios Panayi, che ha denunciato la corruzione dilagante nel calcio cipriota. In effetti nel rapporto 2014 presentato al Parlamento Ue da Federbet si citano numerose gare del campionato cipriota, e a luglio su sollecitazione della Uefa gli inquirenti ciprioti hanno aperto un’indagine sulle combine nel calcio che ha portato finora all’arresto di una decina di persone. Il capo degli arbitri ciprioti Michalis Argyrou ha definito la bomba a casa della madre di Mouskos “un atto di terrorismo” opera di “codardi”. Lo ha fatto pochi giorni dopo essere uscito di prigione, essendo stato arrestato due settimane fa e trattenuto in carcere per quattro giorni insieme all’ex arbitro Michalis Spyrou, entrambi sono infatti al centro dell’inchiesta interna sul calcioscommesse.