Corriere della Sera, 23 gennaio 2015
Tutti pazzi per Odegaard, ma se lo è preso il Real. Il sedicenne ha firmato per 4 milioni e suo padre, ex giocatore professionista e allenatore, è stato assunto nei quadri tecnici delle giovanili
Lo volevano tutti, lo ha preso il Real Madrid. Martin Odegaard, 16 anni, norvegese, centrocampista capace di fare gol e assist, debutto in campionato (13 aprile 2014), in Champions League (16 luglio 2014) e in nazionale (27 agosto 2014) quando aveva ancora 15 anni, è stato presentato alla stampa. Ha firmato un contratto di sei anni, di cui il Real non ha rivelato i dettagli. Ci hanno provato i giornalisti: quasi 4 milioni di euro allo Stromsgodset, la squadra della sua città natale, Drammen, e qualcosa in più a lui per ogni stagione (80 mila sterline a settimana, secondo il Daily Mail ). In un’ora e mezza guadagnerà il «salario minimo interprofesional», garantito ogni mese ai lavoratori regolarmente assunti in Spagna.
«È un sogno essere nel più grande club del mondo», ha detto Martin. Quelle poche parole, come ormai avviene sempre in tempi rapidi da social media, sono state travolte dal «dietro le quinte». Tutto tra realtà e leggenda metropolitana: 1) papà Hans Enk, ex giocatore professionista e allenatore, è stato assunto nei quadri tecnici delle giovanili del Real e così potrà garantire alla Fifa il rispetto «dell’educazione extrasportiva e delle migliori condizioni per la crescita, non solo calcistica, del ragazzo»; non è una novità: anche la Roma, a suo tempo, assunse a Trigoria i genitori di Stefano Okaka, minorenne; 2) il Real Madrid, per far capire subito la rivalità, ha chiesto a Martin di cancellare dai suoi social qualche «post» che grondava entusiasmo per Lionel Messi; 3) è stato decisivo, per la scelta del ragazzino, concupito da Bayern Monaco, Arsenal, Ajax e Liverpool, il carisma di Zinedine Zidane, che sarà il suo allenatore nel Real Castilla, la «seconda squadra» delle merengues, dove Martin inizierà la sua avventura, avendo però ottenuto di potersi allenare spesso con la prima squadra «perché dai campioni si impara prima».
Ora tocca a lui, sperando di diventare un Maradona e non un Freddy Adu, il ragazzino prodigio statunitense, che debuttò a 14 anni nella Major League Soccer e che era considerato un prodigio di quelli sicuri. La sua carriera europea iniziò al Benfica e si è conclusa con un contratto di sei mesi non rinnovato allo Jagodina, serie A serba, dove non ha giocato nemmeno un minuto. A 26 anni è senza squadra.
In Italia fece sensazione Vincenzo Sarno, trequartista di Secondigliano, classe 1988, che a 11 anni venne ingaggiato dal Torino per 120 milioni di lire. Un prezzo che scatenò molte polemiche e che diventò un macigno sulla carriera di Vincenzino, che solo in ques’ultima stagione, a Foggia in Lega Pro girone C, ha ritrovato il sorriso: 17 presenze e 5 gol.
Su Odegaard sono pronti a scommettere in tanti. L’importante è che abbia lo spazio per crescere e la fiducia per giocare. Non sarà semplice trovare un posto tra James Rodriguez e Toni Kroos, tra Gareth Bale e Cristiano Ronaldo. C’è chi pensa che il Real Madrid non sia il posto giusto, che servisse una squadra «intermedia» per fare ancora qualche gradino. Ma papà Hans, dopo aver fatto il giro di tutti i top club, ha scelto per lui. E ha detto Real.