ItaliaOggi, 22 gennaio 2015
I droni non sono un buon affare. Quelli che controllano i confini Usa costano 10.500 euro l’ora e hanno intercettato solo il 2 per cento degli arrestati per immigrazione clandestina
L’utilizzo di droni per sorvegliare i confini degli Stati Uniti è stato più costoso e meno efficace di quanto si potesse pensare. La tesi è sostenuta nel rapporto pubblicato dal Dipartimento Usa di sicurezza interna che stima in 12,25 dollari (10.500 euro) il costo di un’ora di volo dei suoi droni, quasi cinque volte di più di quanto riportato dalla Protezione delle dogane e dei confini. Il documento ha rivelato anche che i droni sono serviti ad intercettare soltanto il 2% degli arrestati per immigrazione clandestina. La Protezione dogane e confini sostiene che il rapporto in questione analizza in maniera imprecisa il costo e l’efficacia dei suoi droni. E ha specificato che essa li utilizza, in versione senza armi, fin dal 2004 per contribuire alle indagini e alle ricognizioni aeree.
L’agenzia utilizza versioni disarmate del Predator B, un drone realizzato da Atomics Aeronautical Systems Inc. L’esercito statunitense utilizza droni simili per attacchi missilistici all’estero.
Alcuni analisti indipendenti e l’Ispettorato generale avevano, in precedenza, criticato l’efficacia e la convenienza dei droni per il monitoraggio dei confini (anche contro il traffico di droga, ndr), mentre un recente disegno di legge proposto al Senato richiede l’uso dei droni sempre per perlustrare le frontiere. Nell’anno fiscale 2013 il drone-programma è costato 62,5 milioni di dollari (54 mln di euro) del budget complessivo di 11,7 miliardi di dollari (10,1 mld di euro). Il rapporto afferma che, oltre a volare meno tempo del previsto, i droni hanno pattugliato meno chilometri sui confini. Vista la situazione, il rapporto raccomanda che l’agenzia di protezione accantoni la proposta di spendere 443 milioni dollari (382,7 mln di euro) per comprare 14 nuovi droni.
E l’agenzia ha fatto sapere che acquisterà un solo apparecchio per rimpiazzare il drone andato distrutto l’anno scorso.