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 2015  gennaio 22 Giovedì calendario

Maradona e Gianna Nannini a processo: il primo ha diffamato Equitalia e la seconda avrebbe evaso quasi 4 milioni

“El pibe de oro” rischia di finire di nuovo a processo, questa volta per diffamazione. Al centro della bagarre giudiziaria che potrebbe trascinare Diego Armando Maradona sul banco degli imputati, dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Roma, ci sono le frasi che il calciatore ha pronunciato durante alcune interviste, puntando il dito contro Equitalia. È il 2012. Maradona racconta la battaglia ventennale che ha ingaggiato contro il fisco. L’agenzia di riscossione dei tributi gli ha appena notificato un avviso di mora da oltre 39 milioni di euro, di cui 6 frutto di evasione fiscale. Lui, pubblicamente e attraverso il suo avvocato, dichiara «di essere vittima di una strumentale persecuzione avviata sulla base di documentazione falsa e di procedure irregolari». Il re del pallone si spinge anche più in là: sostiene, si legge nel capo d’imputazione, «di essere stato indotto a compiere gesti irreparabili, come successo ad altre persone», paragonando la sua situazione ad una serie di suicidi provocati dalla crisi. Ospite di una trasmissione televisiva, Maradona non lesina un colorito gestaccio rivolto ai vertici dell’agenzia. 
L’ACCUSA
Secondo gli inquirenti, si tratta di diffamazione. L’ex capitano della nazionale argentina e numero 10 del Napoli, avrebbe infatti «offeso la reputazione di Equitalia e dell’allora presidente Attilio Befera». A detta di Maradona e del suo legale, Angelo Pisani, si tratterebbe di un’assurdità: «Non esiste alcuna violazione e tanto meno diffamazione: il diritto di difesa è previsto dalla Costituzione», ha dichiarato il penalista. La battaglia del “Pibe de oro” contro il fisco inizia nel 1991, con un esposto depositato in Procura da due sindacalisti e riguardante i maxi stipendi dei giocatori del Napoli. Dalla segnalazione parte un’indagine che costa a Maradona l’accusa di evasione fiscale. La somma dovuta ad Equitalia, con il passere del tempo, cresce in modo esponenziale: in base alla legge che prevede l’aumento della mora con il trascorrere degli anni, la Cassazione condanna nel 2005 il giocatore al pagamento di 31 milioni di euro. Il 6 giugno 2006, a Maradona vengono pignorati due Rolex d’oro del valore di 10 mila euro, e due orecchini da 4 mila euro. Nel 2009, l’avviso di mora notificato da Equitalia arriva a 39 milioni.
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Per la Procura di Milano «Gianna Nannini deve essere processata per un’evasione fiscale di 3 milioni e 750 mila euro». Il pm Adriano Scudieri ha chiesto il rinvio a giudizio della cantante al temine di un’indagine che lo scorso aprile aveva anche portato al sequestro della villa nel senese della rockstar. La quale, ancora ieri tramite l’avvocato Giulia Bongiorno, ha respinto ogni accusa in quanto, ha spiegato il legale, «la difesa proprio in questi giorni è entrata in possesso di nuova e decisiva documentazione» in grado di provare «l’insussistenza dei fatti contestati». La decisione di mandare o meno a processo Gianna Nannini spetterà al gup Fabio Antezza che ha fissato l’udienza preliminare al prossimo 3 marzo.