Corriere della Sera, 22 gennaio 2015
Al Congresso per i repubblicani parla la senatrice Joni Ernst, ovvero la donna che castrava i maiali
«Abbiamo vinto le elezioni e il messaggio espresso dagli americani col loro voto ci è chiaro: siamo tornati in Congresso per cambiare la direzione nella quale è incamminata la politica di Washington». Più che una risposta alle proposte di Obama, il «controdiscorso» affidato dai repubblicani a Joni Ernst, neosenatrice dell’Iowa, è un messaggio di rassicurazione indirizzato all’elettorato conservatore: sappiamo dove mettere le mani, cambieremo le cose. La Ernst, sorridente ma anche un po’ tesa per l’incarico di responsabilità ricevuto, attacca Obama perché non si impegna per la realizzazione del gasdotto Keystone XL, promette di smantellare Obamacare sostituendola con una riforma sanitaria di stampo repubblicano, si schiera per una difesa assoluta della vita (no a ogni forma di controllo delle nascite) e chiede un piano organico per sconfiggere il terrorismo di Al Qaeda e dello Stato islamico. Ma, più che sugli impegni politici (molti dei quali lasciano il tempo che trovano, perché Obama risponderà con i veti), la Ernst ha puntato sull’immagine: si è presentata come la faccia nuova della politica Usa. Una 44enne alla prima legislatura resa celebre da uno spot elettorale nel quale ha raccontato come castrava i maiali nella fattoria di famiglia, la Ernst ha insistito sulle sue origini: l’infanzia contadina fatta di lavoro nei campi e in un fast food della catena Hardee’s. Seguito da una carriera militare di 21 anni nel corso della quale è stata anche mandata a comandare una compagnia in Kuwait dieci anni fa, durante l’operazione «Iraqi Freedom».