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 2015  gennaio 21 Mercoledì calendario

Dal Sun spariscono le modelle in topless. Spiegazione dal quotidiano: «La nostra pagina 3 viene sempre dopo pagina 2...»

Come nella favola di Esopo sul pastorello che grida “al lupo, al lupo”, la scomparsa della ragazza in topless a pagina 3 del Sun era stata preannunciata già così tante volte che, quando è davvero accaduto, rischiava di non accorgersene nessuno.
C’è voluto un articolo di un quotidiano “fratello”, il Times, di proprietà dello stesso editore, Rupert Murdoch, per far sapere alla Gran Bretagna e al mondo intero che una delle tradizioni più note e più vituperate del giornalismo anglosassone è stata (finalmente, secondo i suoi critici) consegnata alla storia. L’ultima giovane a seno nudo, in effetti, è apparsa sulla terza pagina del tabloid londinese venerdì, senza che i lettori si rendessero conto di assistere a un addio. Sabato e domenica: niente topless, ma questo succedeva già da anni, perché l’dizione del weekend aveva già rinunciato. Lunedì di nuovo niente, al suo posto la modella Rosie Huntington- Whiteley in biancheria intima. Ieri due attrici, Jennifer Metcalfe e Gemma Merna, in bikini su una spiaggia di Dubai. A quel punto è arrivato in edicola anche il Times e si è scoperto che l’assenza non era casuale.
Interpellato dai media concorrenti, il Sun non fornisce motivi. In apparenza nemmeno conferma: «La nostra pagina 3 viene come sempre dopo pagina 2», è l’unica replica, «e la ragazza in topless potete trovarla sul nostro sito». Lì, in effetti, c’è: Lucy di Warwick, jeans slacciati e seno al vento. Ma non c’è più sul giornale di carta ed è, se non proprio la fine di un’epoca, la fine di un simbolo sessista.
La prima apparve nel 1970: era il tempo della liberazione sessuale, poteva anche sembrare uno sberleffo ai tabù della morale vittoriana. La ragione, tuttavia, era un’altra: Murdoch aveva acquistato il Sun da neanche un anno e intendeva rivoluzionare il giornalismo popolare inglese, premendo l’acceleratore su sesso, sangue e perversione. Da allora “page 3 girl” è diventato sinonimo di giornalismo scandalistico, pruriginoso, che schiaccia l’occhiolino maliziosamente al pubblico.
Di ragazze in topless ne sono venute tante, alcune destinate anche a fama e ricchezza, come Samantha Fox e Jordan, che ora si fa però chiamare con il suo vero nome, Katie Price, e si è sottoposta all’ennesimo intervento chirurgico, stavolta per ridurre il seno a cui deve tutto anziché ingrandirlo. A conferma che i tempi cambiano. Murdoch aveva difeso a lungo la sua iniziativa dagli attacchi delle femministe: «Chi ci critica non compra il Sun e a chi compra il Sun pagina 3 piace com’è». Ma poi l’edizione irlandese del suo tabloid ha smesso di pubblicare il topless («differenze culturali», si disse: ovvero Paese cattolico), senza conseguenze per la tiratura. In settembre il tycoon ha twittato: «A me sembra un po’ all’antica, non sarebbe meglio ragazze vestite? Ditemi la vostra opinione».
Nel frattempo era partita una campagna, “No More Page 3”, sostenuta da associazioni di donne, insegnanti, girl-scout, università, che ha raccolto decine di migliaia di firme. Alla fine il magnate dell’editoria deve essersi convinto che la sua Page 3 Girl, nell’era degli smartphone rischiava di apparire ridicola, o almeno obsoleta. «Un passo nella direzione giusta», esulta Lucy Holmes, promotrice della petizione per abolirla. Il Sun lascia capire che, se i lettori protestassero, potrebbe ripensarci. Ma i lettori non se n’erano neanche accorti.