Il Sole 24 Ore, 21 gennaio 2015
Il presidente Montezemolo presenta la strategia della nuova Alitalia-Sai: meno aerei, aumenti dei voli su lungo raggio e diminuzione nei nazionali. «E ci vuole un’integrazione con i treni, che sia Italo o Trenitalia non importa». Il numero uno di Etihad James Hogan chiarisce: «Alitalia aveva una mentalità da compagnia statale, va abbandonata»
Ci sarà un accordo tra Alitalia e Ntv per l’integrazione tra aereo e treno? «Lo spero...». Luca Cordero di Montezemolo, presidente della nuova Alitalia-Sai targata Etihad, risponde al Sole 24 Ore con una battuta, visto il suo duplice ruolo. È anche azionista della società del treno Italo, ne possiede il 33,4% circa insieme agli amici Diego Della Valle e Gianni Punzo.
L’ex numero uno della Ferrari ha però riconosciuto che verrà esaminata la possibilità di intese di questo tipo. «Ci sono strategie d’azienda, la connessione treni-aerei è importante. Questo lo valuteranno, non solo con Ntv, anche con Trenitalia», ha detto Montezemolo. «Le operazioni devono essere integrate, che sia un operatore o l’altro non ha importanza», ha spiegato l’a.d. di Alitalia-Sai, Silvano Cassano, il quale ha confermato l’obiettivo dell’utile nel 2017, «ci avvicineremo ai 100 milioni di euro».
All’affollata presentazione della nuova Alitalia anche James Hogan, a.d. del socio forte Etihad e vicepresidente di Alitalia. «Siamo un investitore di lungo periodo, non siamo qui per una toccata e fuga. Ma non siamo una banca», ha detto Hogan. «Alitalia aveva una mentalità da compagnia statale, va abbandonata»
Hogan è apparso irritato per la protesta dei sindacati di base Cub per i tagli di personale all’Alitalia, davanti all’albergo della conferenza stampa. «La compagnia deve fare utili, è l’unico modo per sostenere l’occupazione», ha tagliato corto Hogan alla domanda sul riassorbimento degli esuberi. E per Cassano «oggi non è possibile fare promesse». «Questa compagnia ogni giorno perde soldi in maniera considerevole», ha aggiunto Montezemolo.
Non sono state fornite cifre sulle previsioni dei conti, né sulla flotta, né sugli investimenti. Sono più complete le cifre del «Piano economico 2015-2018 della Nuova Alitalia» anticipate ieri dal Sole 24 Ore, pubblicate anche oggi. Il piano è stato fatto da Etihad e approvato dal cda Cai il 7 agosto 2014. L’utile indicato da Cassano, circa 100 milioni nel 2017, stando al piano industriale dovrebbe essere l’utile operativo (ebit) previsto in 108 milioni, mentre è previsto un utile netto di 48 milioni. Per quest’anno il piano prevede una perdita netta di 203 milioni.
L’a.d. di Alitalia ha minimizzato il beneficio per il crollo del prezzo del petrolio. Secondo le stime del Sole 24 Ore pubblicate ieri, potrebbe esserci un risparmio fino a 190 milioni per Alitalia-Sai quest’anno, rispetto ai 930 milioni di spesa carburante prevista dal piano. «Tutte le compagnie si assicurano con l’hedging. Per la prima metà del 2015 – ha detto Cassano – Alitalia ha già bloccato il prezzo del petrolio. Per i due terzi il prezzo è già ipotecato nel 2015 e c’è il rafforzamento del dollaro».
«Vogliamo essere una compagnia di qualità. Metteremo il wi-fi su tutti gli aerei», ha detto Cassano. Hogan ha mostrato l’immagine di un aereo Lufthansa con la scritta: «Qualcuno lavora attivamente perché Alitalia fallisca». L’a.d. di Etihad ha ripetuto la frase detta l’8 agosto: «Alitalia sarà la compagnia più sexy».
La strategia prevede aumento dei voli nel lungo raggio, forte riduzione nei nazionali, riduzione nel medio raggio. «Ci saranno nuove rotte e più frequenze. Vogliamo riguadagnare le quote di mercato perse nel Nord Italia», ha detto Cassano, aggiungendo che Nord America e Asia sono i «punti focali». «Siamo molto forti in Sud e Nord America», secondo Montezemolo. «Aumenteranno le connessioni dall’Italia con il nostro hub di Abu Dhabi, dal quale si raggiungono facilmente India, Cina, Australia e Africa», ha detto Hogan.
Alitalia ha annunciato che quest’anno ci saranno nuove rotte Roma-Pechino (3 frequenze la settimana), Roma-Seoul (4), Malpensa-Shanghai (4), voli giornalieri per Abu Dhabi da Bologna, Catania e Venezia. Montezemolo ha parlato di un «nuovo volo Venezia-Shanghai da marzo». Ma è stato corretto dai collaboratori, da Venezia ci sarà solo il volo per Abu Dhabi. Altre novità sono Roma-Mexico City e Roma-Santiago l’anno prossimo, Roma-San Francisco dal 2018.
Alla domanda del Sole 24 Ore su come potrà Alitalia fare più rotte e più frequenze con meno aerei, perché la flotta è stata ridotta di oltre 20 jet in pochi mesi e quest’anno si aggiungerà solo un Airbus 330, non è stata data risposta. Cassano ha detto che ci sarà una rotazione degli aerei sulle rotte d’affari, Montezemolo ha spiegato che questo va valutato con le compagnie del gruppo Etihad. Tra le quali ha un ruolo importante Air Berlin, alla quale – ha confermato Cassano – Alitalia ha venduto 14 Airbus 320 già della Cai. Hogan e Cassano hanno parlato anche di nuovi accordi con Niki, Air Serbia e Etihad Regional.
Montezemolo ha ringraziato il lavoro dell’ex premier Enrico Letta e dell’attuale, Matteo Renzi, per l’intesa con Etihad. Alla domanda se farà il consigliere di Renzi per attrarre investimenti esteri, Montezemolo ha risposto: «Se posso dare un contributo, lo farò molto volentieri». Quindi cosa farà? «Non lo so neanch’io».
Nelle desertificazione del trasporto aereo nazionale degli ultimi anni fa eccezione il decollo di una nuova compagnia. Il primo volo è previsto oggi, dalla pista di Malpensa, con un Boeing 747. Direzione Baku, Azerbaijan.
Sw Italia è la nuova compagnia per il trasporto merci, l’unica italiana. Il settore è dominato dagli stranieri, con voli in Italia o il trasporto via camion fino agli scali di Monaco, Francoforte, Amsterdam, Lussemburgo.
L’altra compagnia merci con una filiale in Italia, dopo i fallimenti di varie iniziative tra cui CargoItalia di Alcide Leali e Intesa Sanpaolo, è Cargolux Italia. È posseduta dal Lussemburgo dalla potente Cargolux, la compagnia merci del Granducato, accusata da altri vettori di essere sussidiata dallo Stato, che avrebbe coperto 300 milioni di euro di perdite. Cargolux, però, non è mai stata messa sotto indagine dalla Commissione Ue.
Sw Italia ha ottenuto l’altro ieri dall’Enac il Certificato di operatore aereo (Coa) e la licenza di esercizio di trasporto aereo. Una trafila di quasi 12 mesi, che ha costretto Sw Italia a rimandare di sei mesi il primo volo.
La nuova compagnia – spiega il fondatore e numero uno, Francesco Rebaudo – è controllata al 57% da capitali europei, attraverso la Cargo Invest Ltd di Londra. Il 43% è del partner strategico-industriale, il gruppo Silk Way di Baku, controllato dal ricco Stato dell’Azerbaijan. Rebaudo è stato fondatore e amministratore delegato di Cargolux Italia, oggi suo concorrente.
Il volo per Baku consente l’integrazione nella rete del partner azero per istradare le merci verso altre destinazioni in Asia. Attraverso le compagnie cargo Silk Way Airlines e Silk Way West, il partner di Sw Italia ha un’ampia copertura delle destinazioni asiatiche.
«La nuova compagnia, basata a Malpensa, è nata per favorire l’export italiano, per la necessità del sistema produttivo italiano di essere collegato rapidamente ai mercati esteri», spiega Rebaudo. Sw Italia chiederà i diritti di traffico anche per Corea, Giappone, Hong Kong e Shanghai. Il jumbo utilizzato, B747-400F, in leasing dal gruppo Silk Way, ha una capacità di carico di 125 tonnellate.
È previsto prima dell’estate l’arrivo di un secondo velivolo, un B747-8F, capacità di 145 tonnellate. Con due aerei la compagnia intende volare anche in NordAmerica, New York, Chicago, San Francisco. Sw impiega circa 50 persone, una ventina i piloti, il 40% italiani che lavoravano all’estero, il 60% stranieri. «Con la crescita e la presenza di tanti piloti disoccupati – spiega Rebaudo – vorremmo investire in formazione di piloti italiani».