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 2015  gennaio 21 Mercoledì calendario

Il referendum contro la Fornero non si può fare. La Corte costituzionale boccia la mossa di un furibondo Salvini

La Corte Costituzionale dichiara inammissibile il referendum della Lega Nord sulla riforma del sistema pensionistico disegnata dal governo Monti e Matteo Salvini scopre l’uso politico del “vaffa”. «La Consulta boccia il referendum contro la Fornero. Oggi muore la democrazia, vaff... Ma non finisce qui», ha twittato a caldo il segretario leghista.
«Una roba schifosa»
Pomeriggio inoltrato e ancora la rabbia non era scemata. Piumino e jeans, «una roba schifosa», commentava ieri con i suoi in Transatlantico. «Quando vieni giù?», gli chiede un deputato del Carroccio. «Devo guardare l’agenda per il sud», risponde il segretario.
A un certo punto esce dall’aula anche il ministro della Giustizia Orlando che gli si fa incontro e inizia un dialogo riservato che dura cinque minuti. «Questioni lombarde, nulla di notiziabile», assicura Salvini, prima di rituffarsi nel piatto del giorno.
«Temo – spiega Salvini – che sulla decisione della Corte Costituzionale abbiano pesato forti pressioni politiche. Almeno a giudicare dalla tranquillità con la quale quelli del Pd attendevano il risultato».
E se per Roberto Maroni, governatore leghista della Lombardia, vanno modificati i criteri per l’elezione dei membri della Consulta, Salvini è ancora più duro: «Io la cancellerei e al posto suo non ci metterei un bel nulla. Tanto in Italia la democrazia non c’è. La Costituzione ormai è carta igienica, il Parlamento non conta più niente. Contano solo Renzi e la direzione del Pd. Solo quello che decidono loro va bene. L’Italia – prosegue Salvini – è una Repubblica fondata sul Partito Democratico. Renzi domani (oggi ndr) se ne va tutto felice a Davos a dire ai banchieri di mezzo mondo che la riforma delle pensioni in Italia non si tocca».
Salvini ne ha anche per l’ex ministro del lavoro, autrice della riforma del sistema previdenziale.
Manifestazione nazionale
«La Fornero ha auspicato che ora intervenga il Parlamento. Bene. Noi il 28 febbraio abbiamo indetto una manifestazione nazionale. O il Parlamento si muove in fretta o la gente ha diritto di dare vita alla sua rabbia. Renzi non ha capito che aria tira nel paese. Quando la gente si arrabbia capita che i governi saltino». In tempo reale arriva anche l’analisi dell’ex ministro del governo Monti..
«C’è qualcuno soffia sul fuoco – fa sapere Elsa Fornero rispondendo, alle invettive di Salvini – ma quello che rende più difficile una discussione pacata è che alcuni che si sono attaccati ai propri privilegi e non vogliono mollare niente. Così è naturale che monti la rabbia. È come se si fosse rinunciato a far capire alle persone il senso delle riforme. Se guardiamo alcuni confronti televisivi – prosegue l’ex ministro – come quelli dove vanno gli esponenti della Lega, ci rendiamo conto di come sia difficile andare contro quelle argomentazioni andando nel merito delle questioni. Sarebbe auspicabile che in questo paese si discutesse con meno astio. Oggi le istituzioni internazionali non ci chiedono più la riforma delle pensioni perché l’abbiamo già fatta».
Esodati e futuro
Per l’ex ministro del Lavoro «non si ricordano mai abbastanza le circostanze nelle quali quella riforma è stata concepita. Penso che con i provvedimenti di salvaguardia introdotti dal nostro governo alcune situazioni siano state sanate. Certo che se avessimo avuto più tempo, se non ci fossimo trovati in una situazione di drammatica emergenza – ricorda la Fornero facendo riferimento al tema degli esodati – le cose le avremmo fatte meglio. Ma quel lavoro ha sottratto oneri alle generazioni successive».
@unodelosBuendia