Corriere della Sera, 21 gennaio 2015
Storia dell’Espositum, l’ultimo trucco per far fuori gli oppositori e i loro 40 mila emendamenti
Il senatore Paolo Corsini ammette la sconfitta: «Da sindaco di Brescia ho vinto tante battaglie ma ora ne sto perdendo una molto importante. Sull’Italicum passerà l’emendamento Esposito, che azzera tutti gli altri, e ci impedisce di emendare la legge. Prevedo che verrà approvato con circa 170 voti: alla maggioranza si unirà buona parte di Forza Italia e, così, all’appello mancheremo soltanto noi, i 30 della minoranza del Pd, una ventina di colleghi vicini a Fitto, Sel e i grillini».
È questione di un giorno, ma l’Italicum con l’escamotage dell’emendamento «super canguro» di Stefano Esposito (pd), ribattezzato l’«Espositum», sta per decollare (si vota domani per chiudere poi la prossima settimana) così come concordato da Renzi, Berlusconi e Alfano: capilista bloccati in 100 collegi, premio di maggioranza alla lista, soglia di accesso al 3%. «Non ho inventato niente, ho solo impacchettato di nuovo quello che altri avevano spacchettato», dice non senza soddisfazione il piemontese Esposito (un «Giovane turco» vicino ad Andrea Orlando): «Stavolta, facendo la cosa più semplice, sono stato più abile... Questa è una legge che verrà approvata da pezzi di partiti».
Infruttuose, dunque, le obiezioni alimentate dal leghista Roberto Calderoli, da Loredana De Petris di Sel, dal M5S e da alcuni senatori di FI e di Gal. L’emendamento 01.103 – capace di trarre in inganno i senatori, che la notte del 13 gennaio lo ignoravano anche perché indirizzati a subemendare le proposte di modifica presentate dai capigruppo della maggioranza, ora destinate al macero – «è legittimo ed è stato depositato entro i termini previsti», ha precisato la presidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli (pd), che sostituisce Pietro Grasso. Poi l’Aula ha pure bocciato la proposta di poter subemendare l’«Espositum».
Eppure i leghisti sostengono di essere in possesso di un filmato che testimonierebbe lo «sforamento» dei tempi da parte di Esposito. Il quale, noto per i suoi scontri verbali con i No Tav, non si è lasciato intimorire e, rivolto a Calderoli, ha detto: «Non vi permetto di darmi del bugiardo. Io ho depositato il mio emendamento prima che voi consegnaste i vostri. E ho fatto tutto da solo...».
A giudicare dagli sguardi di ammirazione che i colleghi e lo staff del Pd riservano alla «star» Esposito, il «super canguro» appare il frutto di un paziente lavoro di squadra. Segretezza e spregiudicatezza sono stati gli elementi vincenti dell’«Espositum» che zittisce in un colpo solo la minoranza del Pd, Calderoli (cui si ritorcono contro i suoi 44 mila emendamenti egregiamente sfruttati dal ministro Boschi) e i maldipancia di FI. L’Espositum «è un ordine del giorno mascherato, è illegittimo, è da bocciare...», è stato l’urlo di dolore di Doris Lomoro (Pd) in Aula. Che però è arrivato troppo tardi.