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 2015  gennaio 20 Martedì calendario

Sprofondo Milan. Solo 12 punti nelle ultime 12 partite. La squadra paga la confusione tattica di Inzaghi. Berlusconi infuriato: «Inaccettabile perdere contro squadre con calciatori che guadagnano cinque volte meno dei nostri». L’arrivo di Sacchi per rilanciare il settore giovanile, l’ombra di Seedorf sulla panchina

Il meglio dai giornali di oggi sulla crisi del Milan, la furia di Berlusconi e i dubbi di Inzaghi.

Il Milan sul lettino. Seduta di autocoscienza ieri a Milanello, con Adriano Galliani che più che l’accusatore ha provato a fare il terapeuta, nella speranza di analizzare a fondo la crisi rossonera (percorso schizofrenico, in effetti: 14 punti nelle prime 7 gare e 12 nelle successive 12) e soprattutto suscitare una reazione in staff tecnico e giocatori [Arianna Ravelli, Cds].
 
Lo sfascio del Milan è nei numeri. Nelle ultime dodici partite di campionato Pippo Inzaghi ha raccattato altrettanti punti. Prima di essere esonerato, Massimiliano Allegri nelle sue ultime dodici partite di punti ne aveva totalizzati 14. Nel girone d’andata appena concluso Pippo Inzaghi ha ottenuto 26 punti. Prima di essere esonerato, Clarence Seedorf nel girone di ritorno della stagione passata di punti ne aveva raccolti 35 [Alberto Costa, Cds].
 
Inzaghi ama il dialogo: fermo restando l’assoluta indipendenza nelle decisioni, ha sempre parlato con Montolivo e con gli altri senatori del gruppo. E proprio loro hanno sottolineato di avvertire un deficit atletico nei confronti degli avversari. Per la verità il problema della gara con l’Atalanta è stata più la scarsa brillantezza negli uno contro uno più che la tenuta, perché nella ripresa il Milan ha almeno provato a chiudere gli avversari negli ultimi trenta metri [G.B. Olivero, Gds].
 
È il caso che tutti all’interno della confusa repubblica milanista scendano da Marte, dove evidentemente avevano trovato ospitalità fino ad oggi. A Inzaghi in particolare oggi va ricordato che c’è parecchio del suo in questo rovinoso scenario: anziché gonfiare il petto ostentando il migliore attacco del campionato sarebbe stato più producente puntare a una squadra che avesse connotati precisi. Oggi l’attacco rossonero è sprofondato al settimo posto e il Milan non ha un chiaro identikit: il suo stato confusionale è certificato dalle venti formazioni differenti in altrettante gare ufficiali. Inzaghi e il suo suggeritore occulto (il tattico Maldera) scontano amaramente la difesa ad oltranza di certi randellatori in mezzo al campo e di sedicenti fuoriclasse convinti che il salvataggio della patria risieda nel colpo di tacco [Alberto Costa, Cds].
 
L’Ansa ha attribuito alcune frasi a Silvio Berlusconi, espresse negli incontri politici di ieri: «Capisco che non sono più i tempi in cui si vinceva a Barcellona, ma è inaccettabile perdere contro squadre con calciatori che guadagnano cinque volte meno dei nostri». A qualcuno è sembrato di sentir riecheggiare certi discorsi del passato della figlia Barbara, che in questi giorni è ufficialmente rimasta in silenzio. Non è (più o ancora) tempo di guerre societarie, che restano sottotraccia. Di sicuro le parole di Berlusconi sono un modo per ribadire che il problema del Milan non è l’organico, concetto che Galliani ha ripetuto ad allenatore e squadra [Arianna Ravelli, Cds].
 
Secondo i dati pubblicati dalla Gazzetta a settembre 2014, il monte ingaggi dell’Atalanta è di 24 milioni lordi (il top è Denis con 1,2 netti) e quello del Milan di 94 lordi (il top è Mexes con 4 netti): in effetti si tratta di una cifra quattro volte superiore (non cinque), ma poi si sa che nel calcio certe cose valgono fino a un certo punto. Magari il monte ingaggi alla lunga fa la differenza perché evidenzia il valore tecnico dei giocatori, però in una partita secca può succedere di tutto [G.B. Olivero, Gds].
 
Quelle di Berlusconi sono poche ma durissime parole e ci riportano indietro di quasi trent’anni, guarda caso a un’altra fine del girone d’andata, il primo della sua presidenza, l’11 gennaio 1987. Un Milan molto più forte di quello attuale, con Tassotti, Baresi, Maldini, Donadoni, Wilkins, Virdis e Massaro, e con un allenatore molto più esperto come Liedholm, aveva pareggiato 0-0 in casa contro l’Udinese e vedeva allontanarsi il traguardo di un posto in Coppa Uefa. Berlusconi ci urlò al telefono tutta la sua rabbia nei confronti di Liedholm, confermato a tempo prima di precettare per le ultime giornate Capello, grazie al quale il Milan vinse poi lo spareggio per rientrare in Europa. Fu l’inizio di un grande ciclo, finito con le cessioni di Thiago Silva e Pirlo [Alberto Cerruti, Gds].
 
La panchina di Inzaghi non è in bilico, anche se l’inversione di rotta deve già avvenire sabato sera all’Olimpico con la Lazio e tre giorni dopo nella sfida del Meazza sempre con i biancocelesti, valida per i quarti di Coppa Italia. Il tecnico rossonero ha un contratto fino al 2016 e a libro paga c’è già Clarence Seedorf. Su Inzaghi c’è l’ombra di Arrigo Sacchi, ma non per un ruolo in panchina. L’ex tecnico di Milan e Nazionale potrebbe avere un ruolo nel settore giovanile oppure come consigliere per la prima squadra [Salvatore Riggio, Mess].
 
Al di là delle correzioni contingenti, è ineludibile una programmazione pluriennale. Il Milan punta sulla rivoluzione dei giovani per svincolarsi dalla schiavitù dei costosi colpi di mercato, promuovendo ogni anno 4-5 Primavera pronti per la serie A. Senza raggiungere la stella polare del Barcellona 2009, che vinse la Champions con 10 prodotti della cantera, dai 31 anni di Puyol ai 22 di Pedro, va colmata la distanza dai principali club europei: Bayern e Real hanno tra il 30 e il 40% di giocatori del vivaio, le italiane il 15-16% [Enrico Currò, Rep].
 
Il progetto quinquennale, i cui risultati si misureranno dal 2018-19, è stato illustrato ieri agli studenti dell’università di Treviso dal responsabile del settore Filippo Galli. Si chiama Modello Milan: prevede l’unificazione del percorso, dai 9 ai 18 anni, verso uno stile di gioco e di comportamento univoco. L’investimento annuo è di circa 8 milioni. Un’ottantina le persone coinvolte: 10 tutor psicopedagogisti, educatori, assistenti e coordinatori tecnici, allenatori dei portieri, preparatori atletici, esperti video. «Per creare un dna Milan e vincere convincendo. Il gioco inizia col portiere, senza la paura di gestire il pallone», ha spiegato Galli. E se arriverà Sacchi?«Sarà il primo a capire la bontà del progetto» [Enrico Currò, Rep].