Libero, 20 gennaio 2015
Il sindaco Marino prima propone ai vigili «più multe, più guadagno», poi fa marcia indietro dopo le proteste dei pizzardoni che ribattono: «Non siamo degli esattori»
La produttività dei nostri vigili non viene valutata con le multe», dice il vice sindaco di Roma, Luigi Nieri. E va bene, per l’ennesima volta (dato che l’idea non è affato nuova) c’hanno provato. Solo che stavolta il Campidoglio difficilmente uscirà indenne dalla vicenda, visto che gli stessi vigili hanno ribadito di «non essere degli esattori». Tant’è che a parlare è toccato a Nieri. Al vice di Marino, un po’ come avviene nel telefilm americani, tocca sempre recitare la parte del poliziotto buono che risolve i guai prodotti dal collega cattivo. E, in questo caso, anche un po’ maldestro.
Pensare di aumentare le multe, l’unico modo sicuro di far cassa, dicendo ai vigili che «più verbali staccano e più guadagnano» è fuori dal mondo. Il guaio è che il primo cittadino della Capitale, in perfetto stile renziano, è stato contagiato dal virus dell’annuncite. Appena può Marino presenta tagli drastici, illustra decisioni solenni, lancia campagne di moralizzazione, rivendica impegni storici. Salvo poi essere smentito. Dai fatti e dal suo vice. Ed essendoci di mezzo i Vigili Urbani di Roma, con i quali è in rotta di collisione dopo il caso delle presunte assenze di massa in occasione dell’ultimo dell’anno, il caso diventa ancor più clamoroso.
Anche perché una bella fetta di esponenti del Pd aveva puntato il dito contro l’idea della giunta Marino. Michele Anzaldi, deputato del Pd, con un Tweet, ha dato voce al malessere interno al partito: «Comune di Roma inventa istigazione abuso di reato: effettivo rendimento vigili verrà valutato da quante multe fanno. Scandaloso». Tanto scandaloso da aver costretto l’amministrazione capitolina alla rapida marcia indietro. «Assolutamente. Non c’è mai stata l’idea di valutare la produttività attraverso il numero di multe elevate», spiega il vice sindaco di Roma, «perché vorrebbe dire avere vigili a cottimo».
L’idea era emersa a margine della discussione sul salario accessorio. Nieri ha aggiunto che si tratta di «trattative molto complesse» (l’accordo con i «pizzardoni» è stato chiuso ma non ancora firmato), ma la produttività «non verrà valutata con il numero di multe». Speriamo solo che sia vero.
Nel frattempo non si placano le polemiche sulle assenze dell’ultimo dell’anno. «L’ufficio disciplinare sta valutando le prime 28 contestazioni arrivate dal comando che aumenteranno man mano che arriveranno i nomi», dice il vice sindaco. Nieri ha specificato che «sono partite 28 raccomandate dirette agli agenti che sono risultati assenti la notte di Capodanno senza aver prodotto alcuna documentazione a giustificazione della loro assenza». Non la pensa così il deputato del Nuovo centrodestra, Andrea Augello, che per primo ha segnalato il caso dei numeri «ballerini» del Comune. «Nei 30 casi in questione, si tratta di lavoratori accusati di non aver risposto alla chiamata di reperibilità o di aver comunicato solo verbalmente di aver effettuato la donazione del sangue effettuare il 30 o il 31 dicembre», sostiene l’esponente alfaniano, «i casi, invece, di mancata presentazione del certificato medico si riducono a pochissime unità». Per questa ragione Augello ha chiesto al ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia,di chiedere «agli ispettori ministeriali di valutare con grande attenzione tutte le decisioni assunte dai massimi dirigenti della Polizia locale di Roma Capitale, approfondendo le reali responsabilità di ciascuno di loro rispetto alla straordinaria confusione che ha costantemente caratterizzato tutta questa vicenda».