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 2015  gennaio 20 Martedì calendario

Il video in cui rivernicia le strade di Sondrio a tempo record ha superato il milione di visualizzazioni sul web, esaltato come modello di efficienza. Ma Indrit Mema dice: «Io, albanese in Italia diventato un fenomeno solo perché faccio bene il mio lavoro di stradino. Perché vi stupite? Metto impegno in quel che faccio. E sorrido»

Il video è semplicissimo, per qualcuno un po’ noioso: un uomo che rivernicia strisce stradali a Sondrio. Per quattro minuti scorrazza sulla sua macchina, stende pittura con grandissima precisione, posa e leva birilli, schiva agile le poche auto in circolazione alle 7 di mattina.
È bastato per superare il milione di cliccate solo su repubblica. it. Forse perché in Italia un uomo che fa il proprio lavoro, e bene, è diventato una rarità. Il capitano della Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, per non aver abbandonato la nave è stato chiamato “eroe”, parola che ha rifiutato: «Era semplicemente il mio dovere». Lo stesso concetto usa questo stradino: «È il mio lavoro, tutto qui», dice, ancora sbalordito per cotanto clamore. Con un dettaglio non da poco: Indrit Mema è nato 38 anni fa a Durazzo, Albania. In Italia ci è arrivato solo nel 1998, «in gommone, non mi vergogno a dirlo, e per lavorare. Da allora non faccio altro».
In realtà in questi giorni è stato impegnato a gestire la fama tra tv e radio. Ora ci incontra per quella che – giura «sarà l’ultima apparizione, ho accettato solo perché il video era sul sito di Repubblica. Poi basta, devo pensare a lavorare». Con Indrit si dimenticano i luoghi comuni sugli stranieri: «Non sono venuto in Italia convinto che fosse il Paradiso dai programmi tv. Volevo un lavoro, e volevo fare questo: verniciare le strade è una passione da sempre, è quasi un hobby». L’ha fatto a Torino e Como. Poi nel 2010 in provincia di Sondrio, a Cosio Valtellino, ha aperto la Segnalgrafica, che si occupa proprio di segnaletica orizzontale e verticale, strisce sull’asfalto e cartelloni, vincendo appalti soprattutto nei Comuni della zona. Ma ha anche curato la segnaletica interna di varie stazioni del metrò milanese.
«Che azzardo mettermi in proprio avendo famiglia: i primi mesi facevo su e giù da Como tutti i giorni. Ma dovevo rischiare». E ha vinto. Ora ha un’azienda sua, casa di proprietà «comprata col mutuo alla Banca Popolare, come tutti», moglie che lavora in azienda, due figli di 7 e 4 anni, «Stiven, che è fiero di me, e anche un po’ invidioso», e Alex, «come Del Piero, che di questo sorride e basta». Una vita uguale a tantissime, fondata sul lavoro, proprio come l’Italia secondo la Costituzione. «Per principio non rifiuto mai il lavoro. Una volta ho vinto un appalto subito prima delle ferie: ho stracciato il biglietto aereo». Spirito di intrapresa, laboriosità, cose una volta italiane secondo il luogo comune. Adesso sono incarnate da un extracomunitario, «però non vedo l’ora di poter chiedere la cittadinanza italiana: sono orgoglioso di essere albanese, e nessuno mi ha trattato male per la mia provenienza, però anche di vivere qui. Quel che so me l’hanno insegnato gli italiani. I valtellinesi poi sono fantastici per dedizione al lavoro. Questo posto lo chiamo “la terra delle meraviglie”».
E quella di Indrit, di dedizione, aiuta a spiegare il successo del video: «Mi impegno e sorrido, si vede. Non dovrei? Quando traccio le strisce mi sento come quand’ero bimbo sui gokart. La macchina mi piace spremerla fino in fondo. Faccio tutto da solo perché viaggio quasi a 20 all’ora, non si riesce a starmi dietro a piedi». Infatti il suo complice e collaboratore, Gianfranco Zolfridi, gli era dietro, ma in furgoncino. E con lo smartphone ha filmato Indrit schizzare sulle vie Toti e Sauro, zona tra la stazione e la periferia est: «Era la mattina del 13 giugno, di lì a poco ci sarebbe stato il mercato. Ho detto a Gianfranco: “Faccio io la mezzeria, e batto il record”». Quello di cliccate di sicuro.
Ma il successo è dovuto anche al capriccio e alla casualità del web, dove certe cose succedono e altre no. «In effetti di video ne ho girati di migliori. Come uno al Passo dello Stelvio: preparavo la segnaletica del Giro d’Italia, avevo la neve attorno, in 10 minuti da quota 1.000 a 2.500». Adesso la speranza è che questo serva come pubblicità. «Finora ho avuto solo un po’ di telefonate di clienti che scherzando mi chiamano Alonso o Speedy Gonzales, e tanti complimenti su Internet. Che fanno piacere, ma per me la vera soddisfazione è se mi loda il committente. L’assessore ai Lavori pubblici di Sondrio, Michele Iannotti, ha parlato di “esempio di efficienza, efficacia ed economicità di gestione”. Ecco, vivo per cose così, io. Speriamo di vincere la prossima gara di appalto che faranno in città».