Fior da fiore, 17 gennaio 2015
Greta e Vanessa raccontano la loro prigionia • In tutta Europa operazioni contro cellule jihadiste • Preso il complice di Coulibaly • Carolina Kostner squalificata per un anno e quattro mesi • Google ritira dal mercato i suoi occhiali
Greta e Vanessa Per cinque ore Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sono state sentite nella caserma del Ros dei Carabinieri. Prima dell’interrogatorio ieri non escludevano di voler tornare in Siria, dopo ci hanno ripensato. Poi sono state portate all’ospedale militare del Celio per essere sottoposte a visite mediche. «Non hanno subito violenze, non sono state picchiate e non hanno subito abusi, ma hanno dei traumi psicologici difficili da superare», hanno spiegato i familiari. Ai carabinieri del Ros hanno spiegato: «Dopo essere state catturate abbiamo chiesto perché lo fate? E loro ci hanno risposto: per soldi». Per questo non hanno mei temuto di essere uccise. Tra le due ragazze Vanessa appare la più sicura di sé. Racconta che la loro intenzione era «portare aiuti umanitari, il viaggio era stato organizzato attraverso un contatto su Facebook con una persona che avevamo conosciuto la prima volta che eravamo state in Siria». Ad Aleppo arrivano il 31 luglio scorso e vengono ospitate nella casa del capo del Consiglio rivoluzionario. Passano soltanto poche ore e poi scatta il blitz dei sequestratori. «Sono arrivate due macchine con alcuni uomini armati e siamo state portate via. Stavamo a testa bassa, cercavamo di non guardarli in faccia. Loro comunque avevano il volto coperto». Vanessa conosce qualche parola di arabo, ma «i rapitori parlavano poco, soltanto uno diceva qualche parola di inglese». Con loro non c’è il giornalista del Foglio Daniele Raineri che inizialmente si credeva fosse riuscito a sfuggire ai sequestratori. Le bendano e le portano in una casa, le mettono nella stessa stanza chiusa a chiave. Resteranno sempre insieme. «Non eravamo legate, ma non potevamo uscire. Ci portavano il cibo, a volte lo lasciavano sulla porta. I carcerieri erano uomini, ma c’erano anche alcune donne». Cambiano almeno cinque prigioni, «in macchina eravamo bendate, non sappiamo dove siamo state portate». A portarle via, almeno secondo quanto emerso durante il negoziato, sono stati i militanti del «Free Syrian Army», ma almeno nell’ultima fase ha giocato un ruolo «politico» anche «Jabhat Al Nusra», fazione qaedista che si oppone all’Isis. Per loro la svolta è arrivata quando i sequestratori hanno detto che dovevano girare un filmato. «Lì abbiamo capito che c’era una trattativa in corso. Sono stati i rapitori a ordinare quali parole dovevamo usare, hanno spiegato che dovevamo dire di essere in pericolo perché in questo modo la trattativa si poteva sbloccare». Doveva essere l’ultimo passo prima della consegna, poi il negoziato ha subito uno stallo e i rapitori hanno inviato un secondo filmato su canali riservati. La percezione che la prigionia potesse essere terminata dicono di averla avuta mercoledì, ma la conferma che il ritorno a casa era vicino sarebbe arrivata il giorno dopo, giovedì mattina, quando uno dei carcerieri ha annunciato: «Vi stiamo rilasciando». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Antiterrorismo/1 In Belgio continuano le operazioni contro i jihadisti. Dopo gli scontri a fuoco di giovedì a Verviers (sono morti due uomini forse di origine cecena), ci sono state perquisizioni coordinate tra il centro di Bruxelles e i quartieri di Anderlecht, Molenbeek e Berchem, dove si concentrano molti immigrati nordafricani provenienti principalmente da Marocco, Algeria e Tunisia. Della quindicina di fermati, cinque sono già stati incriminati per terrorismo, arrestati o rilasciati con restrizioni. In prigione è finito il terzo presunto partecipante alla sparatoria di Verviers, che è rimasto ferito e respingerebbe qualsiasi responsabilità. Due fuggiti dal Belgio subito dopo la notizia della sparatoria sono stati fermati mentre cercavano di entrare in Italia attraverso il traforo del Frejus. La polizia avrebbe trovato anche il fornitore delle armi utilizzate dal francese Amedy Coulibaly nell’assalto al negozio kosher di Parigi. La polizia belga ha detto che le sue indagini sono in corso da prima dei fatti di Parigi e che ritiene di dover mantenere la riservatezza su come stanno procedendo in un Paese con circa 500 mila immigrati islamici sul totale di undici milioni di abitanti. Le autorità belghe sostengono che dal loro Paese è partito il maggior numero di europei diventati combattenti in Siria. Una quarantina sarebbero morti negli scontri armati. Un centinaio sarebbero rientrati pronti a seminare il terrore in Belgio.
Antiterrorismo/2 Altre operazioni antiterrorismo in Europa: a Berlino sono stati perquisiti interi quartieri e arrestate tre persone di origine turca. Perquisizioni a tappeto anche in Spagna e arresto di una ragazza di 18 anni all’aeroporto londinese di Stansted per reati legati al terrorismo. Dodici fermi effettuati ieri nei dintorni della banlieue parigina di Grigny, dove era nato Coulibaly (tra cui il “quarto uomo” che avrebbe accompagnato Coulibaly alla drogheria ebraica).
Kostner Il Tribunale Nazionale Antidoping del Coni ha squalificato Carolina Kostner per 1 anno e 4 mesi. È colpevole di aver mentito all’ufficiale controllore e così favorito l’elusione dell’allora fidanzato Alex Schwazer al controllo antidoping a Oberstdorf, il 30 luglio 2012: quando l’ispettore dell’antidoping mondiale bussò alla porta di casa dell’azzurra per controllare i volari del fidanzato, rispose: «Schwazer non c’è». Invece era al piano di sopra e da lì a poche ore sarebbe stato trovato positivo all’Epo.
Occhiali A meno di un anno dal lancio sul mercato, vengono ritirati i Google Glass. Il gruppo di Mountain View ha comunicato che gli ultimi esemplari di questa prima serie verranno venduti il 19 gennaio, poi ci sarà una revisione del progetto che porterà, forse, a un nuovo modello nei prossimi anni. A occuparsi di questo computer da indossare non sarà più Google X, il laboratorio delle meraviglie tecnologiche, ma Nest Labs, uno sviluppatore di sensori e tecnologie per la «casa intelligente». Page e Brin si aspettavano un’accoglienza trionfale, mentre i primi che hanno cominciato a girare ostentando i Glass, anziché dall’ammirazione per la nuova tecnologia, sono stati spesso accolti dal fastidio di chi si sentiva osservato, ripreso, spiato. Bar e discoteche li hanno presto messi al bando, così come molti ristoranti e altri organismi che si riuniscono in modo riservato, come i consigli d’amministrazione (Gaggi, Cds).
(a cura di Daria Egidi)