Il Sole 24 Ore, 16 gennaio 2015
Da oggi i turisti americani potranno entrare a Cuba senza alcuna restrizione. Iniziano così a tradursi in pratica le promesse fatte da Obama e da Raul Castro. L’embargo resta ancora in vigore, ma alle aziende di telecomunicazioni e alle istituzioni finanziarie Usa sarà permesso fare affari con L’Avana
Niente più voli “coperti”, passeggeri che transitano da un gate defilato di cui non c’è traccia nei monitor degli aeroporti. Tra Miami e L’Avana ci saranno più voli, ma soprattutto molti viaggiatori, molti di più. Da oggi entrano in vigore nuove regole per i viaggi dagli Stati Uniti verso Cuba.
Diventano realtà le promesse fatte dal presidente americano, Barack Obama, e da quello cubano Raul Castro. L’embargo resta ma cade un pezzo grosso di quel muro d’acqua che separa l’isola tropicale dalla prima potenza mondiale.
Dopo oltre cinquant’anni di restrizioni, da oggi sarà più facile per i cittadini statunitensi recarsi a Cuba. Los enemigos arriveranno in massa nel piccolo paradiso geografico tropicale. Entrando legittimamente dall’aeroporto José Martì de L’Avana. Venti o trenta milioni di americani diventano potenziali turisti diretti a Cuba. Il viaggio proibito per 50 lunghissimi anni ora diventa possibile; non più vacanze “succedanee”, Santo Domingo, Giamaica, Virgin Islands, Dominica, Martinica e tanti altri atolli tropicali.
I sondaggi indicano che i turisti statunitensi di classe media, guardano alla “destinazione Cuba”, una volta autorizzata dall’amministrazione Obama, con grande interesse.
Da oggi verranno cancellate molte delle restrizioni su viaggi, affari e rimesse dall’estero decise durante gli anni del confronto duro tra Washington e L’Avana, dando concretezza alla nuova fase di normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi annunciata lo scorso dicembre.
Le nuove regole prevedono che ai cittadini statunitensi sarà consentito andare a Cuba in base a un elenco di una decina di motivazioni, senza dover richiedere preventivamente una speciale autorizzazione da parte del governo. Non solo. Anche le compagnie aeree e gli agenti di viaggio potranno operare con l’isola caraibica senza dover richiedere alcuna speciale licenza. Ai viaggiatori e ai turisti sarà inoltre permesso di utilizzare le proprie carte di credito durante il soggiorno a Cuba.
Una pioggia di dollari su Cuba, quindi. I piccoli commercianti dell’isola si fregano le mani; potranno vendere gadget e paccottiglia d’ogni genere ai turisti americani cui è permesso di riportare negli Stati Uniti souvenir per un valore fino a 400 dollari, di cui 100 tra alcool e tabacco.
Sarà più semplice investire anche per le aziende di telecomunicazioni e alle istituzioni finanziarie statunitensi sarà permesso fare affari con Cuba. Poi ancora:?ai cittadini americani sarà permesso l’invio di denaro nell’isola per un valore fino a 2mila dollari ogni tre mesi, rispetto ai 500 dollari attualmente consentiti.
Il segretario al Tesoro Usa Jacob Lew, dal cui ministero dipendono le sanzioni, ha commentato così l’introduzione delle nuove misure. «Questi cambiamenti avranno un impatto diretto nell’ulteriore confronto con il popolo di Cuba, promuovendo un cambiamento positivo per i suoi cittadini».
Le politiche degli ultimi 50 anni verso Cuba «non hanno funzionato. Crediamo che la via migliore per sostenere gli interessi e i valori degli Usa sia quella dell’apertura, e non quella dell’isolamento». Così la Casa Bianca commenta il via libera dell’amministrazione Obama alle nuove regole.
L’embargo, sia chiaro, resta in vigore. La sua abolizione non prevede automatismi, necessita una votazione al Congresso americano dove i repubblicani hanno la maggioranza. Jeff Bush, fratello di George W, è candidato alle prossime elezioni presidenziali americane e lo scorso 17 dicembre, all’indomani della storica apertura di Obama, ha dichiarato la sua totale contrarietà alla distensione.
La decisione di realizzare un primo allentamento dell’embargo è stata resa operativa tre giorni dopo che è stato confermato il rilascio di 53 detenuti politici che era stato richiesto dagli Usa alle autorità cubane. E ora, in un ulteriore passo avanti, la settimana prossima il vice segretario di stato Usa Roberta Jacobson andrà a L’Avana a parlare direttamente con le autorità locali.
Da L’Avana la reazione dei media è stata immediata. “El diario de Cuba” dà rilievo alla notizia ma rimarca il pericolo della guerriglia congressuale americana. «Gruppi di interesse si stanno preparando per una battaglia molto dura». In effetti, pochi giorni fa Sarah Stephens, direttrice esecutiva del Centro per la democrazia nelle Americhe, ha dichiarato «faremo barricate». Poi ancora: «Chi pensa di poter fare affari con Cuba tra due o tre settimane si sbaglia di grosso».
La svolta è storica ma nessuno si illude che il braccio di mare che separa Cuba dalla Florida si mantenga calmo.