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 2015  gennaio 15 Giovedì calendario

Diagnosi precoce e cure migliori spingono la società occidentale verso un obiettivo ambizioso e impensabile fino a qualche tempo fa: sconfiggere il cancro. O meglio, diagnosticarlo e affrontarlo riuscendo a sopravvivere sempre almeno fino gli 80 anni

In corsa verso la mortalità zero per tumore sotto gli 80 anni. Diagnosi precoce e cure migliori spingono la società occidentale verso un obiettivo ambizioso e impensabile fino a qualche tempo fa: sconfiggere di cancro. O meglio, diagnosticarlo e affrontarlo riuscendo a sopravvivere, visto che per ora prevenire la malattia, che come è stato detto di recente in alcune forme può essere dovuta solo al caso, non è sempre possibile.
La data che hanno fissato l’University college e il Kings college di Londra in uno studio appena pubblicato, è il 2050. In quell’anno potrebbero essere solo le persone molto anziane a perdere la vita per una patologia che ogni dodici mesi in Italia colpisce quasi 370mila persone. Nel nostro Paese le cose non vanno in modo molto diverso dal Regno Unito. Airtum, l’Associazione dei registri tumori italiani, osserva da tempo una diminuzione della mortalità tra i cittadini che hanno meno di 80 anni e per questo la prospettiva per gli uomini è di arrivare al fatidico zero nel 2051. Le donne dovranno invece aspettare un po’ di più, fino al 2099, a causa tra l’altro dei dati molto negativi del tumore al polmone, che per loro tende ad aumentare.
Secondo il segretario nazionale di Airtum e primario all’Istituto per la prevenzione oncologica toscano (Ispo), Emanuele Crocetti, i numeri hanno bisogno di un chiarimento. «Le proiezioni sono fatte su un modello di popolazione che non tiene conto dell’invecchiamento dei cittadini. È molto presumibile che tra 35 anni ci saranno tanti più anziani di oggi, e non solo ultraottantenni. Questo avrà effetto sulla mortalità per cancro, che appunto aumenta con il passare dell’età».
Per ora il 55% degli uomini e il 63% delle donne è ancora vivo cinque anni dopo la prima diagnosi di neoplasia.
Le proiezioni positive nascono dai progressi nei settori della diagnostica, della chirurgia e della farmacologia. Ci sono strumenti che permettono di vedere presto il tumore e affrontarlo efficacemente. Negli ultimi anni le cure sono molto migliorate, basta pensare che tra il 1991 e il 2012 tumori molto diffusi come quelli al seno, al polmone, alla prostata e all’intestino hanno visto un calo della mortalità del 30%. È però necessario, specificano i ricercatori inglesi, che i servizi sanitari nazionali investano, trovino i soldi per sperimentazioni e campagne di cura.
Non è un caso che queste affermazioni giungano proprio ora nel Regno Unito. Poco tempo fa è stata annunciata la decisione di bloccare 25 farmaci anticancro (di quelli che allungano la sopravvivenza di malati in fase avanzata) per problemi di risorse economiche. «E invece bisogna far crescere gli investimenti», spiegano i ricercatori guidati da David Taylor, professore emerito di farmacologia.