MilanoFinanza, 14 gennaio 2015
Così la Cina fa la corte all’Italia. Sei grandi parchi industriali fanno di tutto per attirare le aziende italiane
Sei primari parchi industriali cinesi vogliono attirare aziende italiane ed europee nelle rispettive aree. Questi parchi, in cui sono già presenti diverse realtà internazionali, sono: Tceda (Taicang Economic Development Area), Wetdz (Wujiang Economic and Technological Development Zone), Xetdz (Xishan Economic and Technological Development Zone), Cnz (Changshu New & Hi-tech Industrial Development Zone), Cnd (Changzhou National Hi-tech District) e Gip (Yangzhou Guangling Industry Park).
In termini di numeri, i parchi sono la spina dorsale dell’industria del Paese di Mezzo. Sono oltre 4 mila, sparsi sul territorio nazionale e con diverse aree di specializzazione. Secondo gli esperti, i vantaggi di insediarsi in un parco industriale sono notevoli, e comunque proporzionali alla quota e al tipo di investimento fatto. Un’azienda che fa un grosso investimento acquistando o costruendo una fabbrica godrà certamente di diverse agevolazioni, soprattutto se gli investimenti coinvolgono tecnologie innovative o strategiche. A fronte dell’insediamento nei parchi e del tipo di investimento effettuato, le autorità possono riconoscere anche dei contributi a fondo perduto, delle agevolazioni sulla fiscalità locale.
I sei parchi a rilevanza nazionale e a investimento pubblico operano sotto l’egida delle Autorità governative, provinciali e municipali e hanno dato incarico a Gwa – Greatway Advisory – di promuovere e veicolarvi proprio gli investimenti europei e in particolare italiani. Lo studio legale e tributario internazionale (con sedi a Pechino, Hong Kong, SuzHou, Shanghai e Saigon) in Italia è presente a Bergamo e Milano con due desk dedicati. È stato fondato nel 2004 dall’avvocato Giovanni Pisacane, con grande esperienza in Cina, che ne guida oggi le attività assieme all’avvocato Daniele Zibetti. «Attualmente», spiega Pisacane, «abbiamo contatti in essere soprattutto con aziende dei settori meccanico e dell’automazione industriale, aerospaziale, automotive, elettronico e high tech e contiamo di annunciare il primo insediamento tra uno o due mesi». Negli ultimi anni Gwa ha già assistito diversi clienti a insediarsi in questi parchi, tra cui Automa e Htc al Tecda, Signal al Wetdz, CLevertech al Cnz, Artex, IG Gasket e Binotto al Xetdz e la Mevis al Gip. «Grazie a queste positive esperienze», continua Pisacane, «abbiamo ricevuto l’incarico dalle autorità cinesi di sviluppare e incrementare gli investimenti stranieri nei parchi industriali selezionati».
È previsto un roadshow di presentazione dei parchi e dei rispettivi servizi in diverse regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna). La formula di insediamento proposta è particolarmente favorevole per le aziende italiane poiché i parchi in accordo con le locali autorità cinesi offriranno diverse agevolazioni collegate all’investimento. In particolare, anche attraverso la convenzione con Gwa, è previsto uno speciale contributo finanziario per la copertura dei costi iniziali di verifica delle condizioni ambientali, legali e fiscali di insediamento. «Tornando al tema delle agevolazioni», prosegue Pisacane, «oltre alle solite ci saranno più semplicemente sgravi sulle utenze (per esempio la bolletta elettrica) e facilitazioni burocratiche, come l’assistenza sul rilascio delle licenze e dei permessi speciali».
Le aree cui si punta sono diverse da quelle iniziali, quando i parchi industriali cominciavano a espandersi in Cina. Quelli della provincia del Guangdong, che è stata la prima a svilupparsi, sono saturi e comunque costosi. Quelli della provincia del Jiangsu, a nord di Shanghai, sono invece in pieno sviluppo e, a costi ancora bassi, sono molto appetibili. Essere vicini a Shanghai infatti significa avere forti vantaggi in termini di infrastrutture disponibili, sia in termini di autostrade (spesso si è collocati all’incrocio di ben tre arterie: Beijing–Shanghai, Nanjing–Nantong e Nanjing–Jingiang), che di linee ferroviarie per le numerose stazioni vicine. Così come sono molto vicini gli aeroporti, e anche i porti, di Shanghai, Nanjing, Wuxi e Changzhou.
L’incarico conferito a Gwa comprende anche l’individuazione di possibili investimenti in Italia da parte di selezionate aziende cinesi già localizzate nei parchi, e ciò si inquadra anche nell’ottica dello sviluppo delle relazioni fra Italia e Cina, come emerso dal recente business forum Italia Cina, che ha favorito intese e accordi per importi superiori agli 8 miliardi di euro. I parchi industriali potrebbero essere una soluzione per chi, come le piccole e medie imprese italiane, non hanno i mezzi e gli strumenti per aggredire il mercato cinese. Anche nell’area di Chongqing, dove il consolato italiano guidato da Sergio Maffettone sta per compiere il primo importante compleanno, si moltiplicano le iniziative in tal senso. Una delle ultime era quella del gruppo italiano Virunga, che in Italia è tra i maggiori fornitori di logistica, e che in Cina ha costruito insieme a un partner locale un grande parco logistico nella metropoli a sud ovest del Paese. L’investimento complessivo è stato di circa 80 milioni di dollari per un’area di costruzione pari a 170 mila metri quadri. La funzione del parco sarà quella di assolvere alle funzioni principali della logistica al fine di snellire i flussi commerciali con l’estero.