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 2015  gennaio 14 Mercoledì calendario

Napolitano si dimette • L’ultimo giorno degli altri presidenti della Repubblica • Indagati 10 jihadisti italiani • Oggi Charlie Hebdo esce con Maometto in copertina • Il boia-bambino dell’Isis • Gli arresti ingiusti ci costano oltre 35 milioni di euro • Le persone intelligenti sono ansiose • La terza donna del Festival di Sanremo sarà la fidanzata di Raoul Bova


Napolitano 1 Dopo nove anni da presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano si dimette. Ma «darò ancora il mio contributo, resterò vicino agli sforzi degli italiani». Il che significa ripudiare qualsiasi ipotesi di «pensionamento» dalla vita pubblica, per quanto sia oggi stanco e provato. Lavorerà al Senato, invece, per accompagnare le riforme sulle quali ha tanto insistito e il cui cantiere è finalmente aperto. E contribuirà con il suo voto a eleggere il proprio successore (la prima votazione sarà il 29 gennaio alle 15).

Napolitano 2 Napolitano a una bambina che ieri al Quirinale gli ha chiesto se era contento di tornare a casa: «Certo che sono contento. Il momento è arrivato. Qui è tutto molto bello, ma insomma si sta un po’ troppo chiusi, si esce poco, quasi come in una prigione… A casa starò bene e potrò passeggiare».

Presidenti Nessun presidente della Repubblica, fra gli 11 che abbiamo avuto finora, ha lasciato l’incarico preoccupandosi di pronunciare frasi per la storia. Tranne uno: Francesco Cossiga, che annunciò le dimissioni il 25 aprile 1992 con un messaggio d’impatto teatrale in diretta tv: «Io sono un uomo solo e quindi non posso considerarmi un uomo forte… mi chiedo se questa classe politica non debba essere inchiodata alle sue responsabilità eleggendo presto e bene un capo dello Stato e ponendo quindi le basi per affrontare e gestire la crisi politica del Paese… ecco perché lascio». L’uscita da quello stesso palazzo di Oscar Luigi Scalfaro, sette anni più tardi, nel ’99, fu quasi una fuga «contando i giorni» perché — raccontava — «lì dentro ho vissuto una spaventosa traversata». Al punto che, schiacciato dall’ansia di tornar a «respirare», nei giorni che precedettero il congedo volle riconciliarsi «con il mio futuro da uomo libero» rivedendo la propria città natale, Novara. Carlo Azeglio Ciampi, mentre predisponeva il trasloco, definiva il Colle «un posto pericoloso, perché basta un niente per sbagliare e perdere la faccia e la dignità». Pure lui in quei giorni aveva spiazzato il cerimoniale volendo fare una veloce trasferta nella città dove si era formato, Livorno, e rivedere la sua gente. L’addio al Colle di Giovanni Leone, costretto a dimettersi da una campagna di stampa e politica nutrita di accuse (un coinvolgimento nello scandalo Lockheed) alle quali era del tutto estraneo, fu amarissimo e carico di tensioni. Ma pure lui diede una lezione di stile: non pronunciò una sola parola, anche se avrebbe avuto molti motivi di rancore. (Breda, Cds)

Jihadisti 1 La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati, per il reato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, 10 presunti estremisti islamici. Sono tutti giovani - tra i 20 e i 25 anni, pochissimi i trentenni - con un lavoro più o meno regolare, italiani di seconda generazione apparentemente integrati, arruolati tra Roma e Milano da imam bosniaci e maghrebini.

Jihadisti 2 Secondo l’Europol 5 mila combattenti europei sono pronti a rientrare da Siria e Iraq.

Charlie Hebdo Oggi Charlie Hebdo esce in tutto il mondo - tre milioni di copie, sedici lingue - con una copertina firmata Luz in cui il suo solito Maometto bonaccione, con una lacrima sul viso, regge il cartello famoso: «Sono Charlie».

Isis In un nuovo filmato della durata di 8 minuti diffuso ieri dalla macchina della propaganda dello Stato Islamico (Isis), si vede un bambino di dieci anni che ammazza a colpi di pistola due uomini inginocchiati a terra con le mani legate dietro la schiena e poi sorride mentre il suo mentore-terrorista gli fa i complimenti dicendo: «Abbiamo eliminato due spie». Il video di Isis, che arriva dalla Siria, si apre con le confessioni dei due uomini, che parlano in russo. Il primo dice di chiamarsi Mamayev Jambulat, nato nel 1976, originario del Kazakistan. L’altro è Ashimov Sergey, nato nel 1984. Entrambi ammettono di essere agenti del servizio segreto russo, lo Fsb. Venuti in «missione» per «spiare e fornire il massimo delle informazioni a Mosca». Addirittura parlano di avere come obbiettivo l’uccisione del capo supremo di Isis, il «Califfo» al Baghdadi. La parte più drammatica arriva nella seconda metà del video. Il ragazzino, capelli lunghi, lineamenti asiatici, piglio serio e concentrato, labbra serrate, stringe la pistola con la canna puntata a terra mentre il guerrigliero accanto a lui, un omone dalla barba rossa, giustifica l’esecuzione delle «spie» e invoca la «giustizia di Allah». Pochi secondi, l’uomo dà un buffetto di incoraggiamento al bambino, lui avanza un paio di passi verso i due uomini inginocchiati e sono esitazioni spara alla nuca dei due che cadono in avanti sulla sabbia.

Ingiusta detenzione Nel corso del 2014, in Italia, sono state accolte dai giudici delle corti d’appello 995 domande di risarcimento di persone arrestate ingiustamente e liquidati 35,2 milioni di euro. Scorrendo le statistiche - secondo le schede approntate dal ministero dell’Economia e Finanze appena recapitate al ministero della Giustizia – si scopre che in un anno c’è stato un incremento del 41,3% dei pagamenti. Nel 2013, le domande accolte erano state 757, per un totale di 24,9 milioni di euro. Da quando esistono i risarcimenti per ingiusta detenzione, cioè dal 1991, lo Stato ha speso 580 milioni di euro. Complessivamente, nel giro di 15 anni, sono 23.226 i cittadini che hanno sofferto di una custodia cautelare ingiusta e che perciò sono stati risarciti. Si consideri che per non far esplodere oltremodo la spesa, la legge stabilisce un tetto di 516.400 euro per singolo risarcimento. Se si entra nel dettaglio, città per città, spicca Catanzaro, con un 6,2 milioni di euro in risarcimenti per 146 persone ingiustamente detenute nel 2014. Segue Napoli, dove le domande accolte sono state 143 domande e i risarcimenti ammontano a 4,2 milioni di euro. A Palermo, a fronte di una spesa liquidata pressoché equivalente, pari a 4,4 milioni di euro, i casi di ingiusta detenzione sono soltanto 66. Nella Capitale, 90 i fascicoli accolti per ingiusta detenzione e 3,2 milioni di euro i risarcimenti (Grignetti, Sta).

Errori giudiziari Il 2014 registra un incremento record dei pagamenti anche per i casi di errore giudiziario: si è passati dai 4640 euro del 2013 relativi a 4 casi, a 17 casi e a 1,6 milioni di euro del 2014. Dal 1991 al 2014, per gli errori giudiziari, sono stati liquidati complessivamente 31,8 milioni di euro. Qui non si risarcisce un’ingiusta custodia cautelare, bensì una condanna sbagliata e magari anche un lungo periodo di detenzione. Perciò non c’è tetto ai risarcimenti e da un anno all’altro ci possono essere enormi oscillazioni. Finora il record era un risarcimento da 4,6 milioni di euro. Ma sempre a Catania si sta discutendo di una richiesta eccezionale, avanzata dal signor Giuseppe Gulotta, condannato ingiustamente per l’omicidio di tre carabinieri ad Alcamo Marina, il quale ha scontato 22 anni di carcere da innocente: ha chiesto allo Stato 69 milioni di euro (ibidem).

Ansia 1 Ansia e intelligenza (verbale) vanno di pari passo. Detto altrimenti: le persone più capaci di articolare pensieri ed espressioni hanno una tendenza maggiore a preoccuparsi, a rimuginare sugli eventi passati o a pensare ossessivamente a quelli futuri. Così sostiene una ricerca pubblicata dallo psicologo Alexander Penney, della canadese Lakehead University. «È possibile che gli individui con una maggiore intelligenza linguistico-verbale siano più abili nell’analizzare gli eventi presenti e futuri nel dettaglio e che proprio questa loro caratteristica li esponga a rimuginìo e ruminazione», ipotizzano i ricercatori canadesi. (E. Teb., Cds)

Ansia 2 Stando a dati Usa, soffre di ansia una persona su sette. Ancora di più (una su cinque) sono quelle che ne hanno fatto esperienza per periodi limitati. (ibidem)

Rocio Rocío Muñoz Morales, nota in Italia soprattutto per essere la fidanzata di Raoul Bova, sarà la terza donna del Festival di Sanremo accanto a Emma e Arisa.

(a cura di Roberta Mercuri)