Corriere della Sera, 13 gennaio 2015
Anche la Banca d’Italia guarda al 2015 con positività. Il rapporto mostra «un miglioramento nel mercato del lavoro graduale e i consumi verranno sostenuti dal moderato incremento del reddito disponibile, conseguenza dei modesti aumenti salariali e dalla bassa inflazione»
Le variazioni sono minime ma i dati sull’attività bancaria, diffusi ieri dalla Banca d’Italia, mostrano una tendenza positiva, di faticoso ma lento recupero. Cifre queste che sono in linea con le previsioni macroeconomiche fatte nel rapporto congiunto degli istituti statistici Istat (Italia), Ifo (Germania) e Insee (Francia), secondo cui la crescita dell’Eurozona proseguirà «contenuta» nei prossimi trimestri, fatti salvi i rischi sulla crisi greca.
I tassi di interesse in novembre, dice la Banca d’Italia, sono rimasti stabili per i nuovi mutui, al 3,19% rispetto al 3,18% di ottobre e sono diminuiti sui finanziamenti alle imprese fino ad 1 milione (3,38% contro il 3,54% di ottobre) e oltre tale soglia (1,98% rispetto al 2,05%) anche se la riduzione appare contenuta, se si pensa ai tassi a quota zero della Bce e all’inflazione negativa. Certo si fa poi fatica a riconoscere come positivo il miglioramento sul fronte della concessione dei prestiti, ma il segnale della riduzione della contrazione è evidente: i prestiti alle famiglie sono calati dello 0,5% sui dodici mesi (-0,6% nel mese precedente), mentre quelli alle imprese sono diminuiti, su base annua, del 2,6% (-3,1% a ottobre).
In discesa anche la crescita delle sofferenze salite, in termini tendenziali, del 18,4% contro il 19,1% di ottobre. Il dato bancario che spicca anche in novembre riguarda però la raccolta con la prosecuzione della crescita dei depositi, aumentati su base annua del 3,5% dal 2,3 % registrato in ottobre a conferma che gli italiani, nell’incertezza del futuro, preferiscono mantenere liquidi risparmi e fondi, rimandando spese e investimenti.
Tornando invece al rapporto sull’economia dell’Eurozona nel quarto trimestre del 2014, l’economia dovrebbe crescere dello 0,2%, come il terzo trimestre. L’evoluzione positiva proseguirà anche nel 2015 con un aumento del Pil dello 0,3% sia nel primo sia nel secondo trimestre, trainato principalmente dalla domanda interna, stimolata a sua volta dai bassi prezzi del petrolio. «Il miglioramento nel mercato del lavoro», si legge nel rapporto, «sarà graduale e i consumi verranno sostenuti dal moderato incremento del reddito disponibile, conseguenza dei modesti aumenti salariali e dalla bassa inflazione. Gli investimenti infine torneranno a crescere, pure qui «moderatamente», nel 2015, anche per il miglioramento delle condizioni di finanziamento.